Ha preso finalmente vita con una pièce teatrale la fiaba in italiano e sardo campidanese “La strega dei bottoni–. Una storia nella preistoria sarda” .

Lo spettacolo tratto dall’omonimo testo da Roberto Pili e Regina Obino è stato portato in scena ieri, domenica 4 dicembre, dalla compagnia Akròama, con adattamento teatrale e regia di Ivano Cugia, al Teatro delle Saline, con replica domenica prossima, 11 dicembre.

Il libro “La strega dei bottoni”, pubblicato nel 2014 in versione Sardo Campidanese curata da Oreste Pili, nato dall'incontro tra il medico, ricercatore e Presidente della Comunità Mondiale della Longevità Roberto Pili e l'insegnate Regina Obino, racconta in forma narrativa e collocando gli eventi nel periodo nuragico, l’universalità dell’esperienza della malattia. Con grande sensibilità i due autori delineano un quadro che integra l’esperienza del medico, che quotidianamente accompagna le persone nel cammino con la malattia, con l’esperienza dell’insegnante, che giorno dopo giorno conduce i bambini negli apprendimenti della scuola e della vita.

“Quando la malattia irrompe nella vita di una persona – racconta Roberto Pili - la vita cambia, cambiano la quotidianità della famiglia e della comunità, le relazioni e i progetti: nulla sarà più come prima, qualunque fosse la quotidianità vissuta in precedenza”.

Dall'incontro tra scienza e didattica, prende vita un'opera a quattro mani dove la 'medicina narrativa' è in grado di stimolare quell'apprendimento conoscitivo capace di risanare le ferite dello spirito e donare benessere.

“Le storie sono importanti - spiega Regina Obino - perché aiutano nella guarigione con il loro supporto psicologico fondamentale allo sviluppo della creatività”.

La favola della Strega dei Bottoni descrive con attenzione e sensibilità questo cambiamento, proponendo l’esperienza del piccolo Ardi che si trova costretto ad affrontare, nonostante la sua tenera età, la malattia e come questo evento stravolga non solo la sua vita, ma anche quella della famiglia. La strega, altro personaggio del libro, ricopre un ruolo contraddittorio. E' il male, la malattia ma allo stesso tempo è il mezzo attraverso il quale la comunità si riunisce attorno al piccolo malato alla sua famiglia, dimostrando unione e condivisione.

E cosi il cattivo diventa buono e la stessa malattia cambia, da fonte di stress e di disturbo, diventa causa di crescita post - traumatica. La collaborazione e l'affetto della comunità saranno d'aiuto per il piccolo Ardi che, miracolosamente, guarisce dalla malattia e nel processo di guarigione, acquista nuove competenze e abilità.

Nella versione teatrale, scritta e diretta da Ivano Cugia, si narrerà la storia di Luca, un bambino dell’era moderna e del suo migliore amico Marco, gravemente ammalato. La madre, per rassicurarlo, gli racconterà la favola della Strega dei bottoni e della miracolosa guarigione del giovane Ardi.

In scena oltre allo stesso regista, Michela Laura Cogotti Valera e Andrea Gandini che indosseranno i costumi di Stefania Dessì e supportati dal tecnico Daniele Pireddu.