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Ha iniziato a circolare sul web quando ancora la terra era stordita dal cataclisma che le si era abbattuto addosso. Le case e i cuori erano ancora bui e le porte spalancate, divelte da una furia indicibile che non si poteva comprendere.
È stato condiviso, ritwittato, postato e commentato da decine di migliaia di persone che hanno ammirato come in un foglio di carta bianca, con due soli colori, si potesse raccontare in maniera vibrante tutta l’indole, lo spirito e l’immagine di un popolo indomito.
Così, il disegno realizzato da un tatuatore lombardo la sera dopo l’alluvione Cleopatra, è diventato il simbolo della riscossa, della rivincita di una terra ferita nei confronti di un destino severo e a volte avverso.
I protagonisti dell’opera sono i quattro mori (emblema della Sardegna), l’autore è Simone Zambelli [pagina facebook], 29enne di San Colombano al Lambro, borgo di settemila anime nelle colline lodigiane.
Lontano nello spazio, ma idealmente vicino, Simone Zambelli, Zambo per gli amici, è volato col pensiero tra le spiagge di Gallura, i monti di Barbagia e le terre del Campidano dipingendo un affresco struggente che racconta la forza e la tenacia dei sardi. I mori, nel disegno, riemergono assieme dal mare di fango che li ha strappati alla loro fierezza, si sostengono, si ribellano diventando l’uno salvezza dell’altro. In questo modo, lentamente, guadagnano ancora la loro posizione, riprendono posto tra le braccia di quella croce rossa che è il loro sostegno, unica luce di colore in un panorama grigio che non riesce a soffocare la bellezza.
“Sono stato in Sardegna da piccolo” dice Zambo a Sardegna Live “ma ho ricordi molto vaghi, so solo che i sardi sono un popolo fortunato: vivono in un’isola splendida. L’idea di disegnare la bandiera sarda coi mori che riemergono dall’acqua mi è venuta mentre seguivo in tv quanto stava accadendo nell’isola. La bandiera si prestava a questo tipo di lavoro e mi è venuto naturale. Certo non immaginavo che il disegno avesse tutto questo successo e si diffondesse così”
“Il mercato dei tatuaggi” spiega Simone “avverte la crisi come tutti i mercati, anche se i laboratori storici sembrano incassare meglio il colpo. Se da un lato c’è una grande richiesta, dall’altro il numero di tatuatori e dunque la concorrenza è aumentata sensibilmente e poi è sempre più diffuso il tatuaggio fai-da-te per via della facile reperibilità degli strumenti.” e ancora “Lasciare un segno indelebile sulla pelle delle persone, questo è il mio lavoro che, a volte, diventa qualcosa di più, diventa un enorme privilegio che implica uno scambio non solo materiale.”
Il disegno di Zambelli, vista l’ottima risposta del pubblico, è stato messo all’asta su Facebook e venduto per una cifra di 1000€, “Il ricavato” spiega l’autore “verrà gestito dal circolo culturale sardo "Domo Nostra" di Cesano Boscone, per aiutare nella ricostruzione delle zone devastate dall'inondazione.”
Un altro racconto di generosità e di amore, l’ennesimo nato dalle macerie di quel 18 novembre che ha scosso la storia e ha fermato il tempo, ma non ha spezzato la speranza e la volontà di riappropriarsi di un destino a volte incomprensibile, un destino al quale guardare, comunque, con rinnovato coraggio. Lo stesso coraggio dei mori di Zambo, che sono la nostra gente e la sua ostinazione, la sua capacità di riprendersi. Domani è Natale, fra pochi giorni il 2013 chiuderà le sue porte alle nostre spalle e sarà tempo di scrivere nuove storie. Sorridiamo.