Le varietà linguistiche della Sardegna sono tradizionalmente suddivise in tre principali diasistemi (Logudorese Campidanese e Arborense o varietà mediana); e sebbene tale suddivisione sia parzialmente arbitraria, ce ne serviremo qui per fornire al lettore alcuni dettagli utili per inquadrare il dialetto di Tonara nel complesso panorama linguistico della Sardegna centro-settentrionale.

All’interno delle parlate definite di mesania o Arborensi è possibile isolare una areola linguistica, quella della Barbagia di Belvì - Barbagia del Mandrolisai caratterizzata dal passaggio nell'utilizzo regolare delle palatali a meridione, utilizzate come regola generale sotto una linea immaginaria che comprende ed enuclea Meana Sardo, Belvì e Aritzo fino a raggiungere e comprendere pienamente Desulo, per reimpostare il reimpiego delle velari logudoresi, fenomeno fonetico che si realizza nel settentrione isolano a Nord di questa linea, e dividendo come uno spartiacque le varietà meridionali da quelle settentrionali: Tonara è inglobato nella norma Logudorese, anche se non appieno; in effetti quella che diviene una norma per le altre varietà sarde, viene disattesa qui con l'utilizzo di valori fonici differenziati di palatalizzazione e velarizzazione a seconda della posizione all'interno della parola.

In questa fenomenologia linguistica Tonara fa da spartiacque tra le varietà meridionali e quelle settentrionali attestandosi come elemento di passaggio dalle parlate barbaricine del meridione completamente palatalizzate e quelle barbaricine settentrionali del Mandrolisai e di Ollolai completamente velarizzate. Tonara si discosta dall'area settentrionale prossima alla sua latitudine geografica ossia la Barbagia di Ollolai, dove si hanno fenomeni notevoli del sardo arcaico: dileguo totale della iniziale (il fenomeno non è operativo a Nuoro, mentre a Ovodda si ha una fricativa laringale): vedi, ad esempio, Bitti, Baronia, Barbagia di Ollolai [sa »emina] ‘la donna’ e dove è presente il colpo di glottide in sede di iniziale ed intervocalica -C- ( su ?asu per 'il formaggio', su ?ane per 'il cane', e ancora 'su pis?e' per 'il pesce', is?ire per 'sapere'). Invece la sonorizzazione delle occlusive sorde intervocaliche avviene regolarmente, come per il logudorese autentico.

A parte l'area che comprende buona parte del Nuorese e quasi tutta la Baronia (sono escluse solamente le località di Posada, Torpè e Budoni), dove le consonanti occlusive sorde P, T, C etimologiche, in posizione intervocalica, rimangono invariate, a Tonara P lenisce in B, T degrada in D come nel Logudorese pieno e nel Campidanese autentico e C come detto viene mantenuta in posizione iniziale C- eccetto alcuni esempi sporadici di palatalizzazione e sempre in posizione intervocalica -C- dopo S N e R. Le occlusive sorde digradano a fricative sonore. L’evoluzione dei due nessi CJ e TJ in fricativa interdentale sonora è la regola: come in PLATEA; [»praTz:a] (così avviene in altri centri vicini più a Nord come ad esempio a Tiana, Austis, Teti, Ovodda, Olzai, in tutt