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Laconi è un mosaico di colori, di luci e suggestioni, è l’approdo interiore di un viaggio che continua a seminare bellezza nel suo racconto di fede, dialogo e tradizioni. Tra i silenzi di un paesaggio incantevole che contempla luoghi pieni di storie e di memorie, giungono da secoli in migliaia per esprimere devozione al santo della gente, al protettore degli umili e degli ultimi, al frate che dava aiuto, forza e conforto alla speranza di coloro che l’avevano perduta, attraverso azioni concrete, miracoli riconosciuti e opere di misericordia.
Una figura, quella di Ignazio da Laconi, molto amata, conosciuta e apprezzata anche in vita: quando l’undici maggio del 1781 si sparge la voce della sua morte nel Convento dei Cappuccini di Cagliari, una ressa incontenibile di persone accorse da ogni dove si infittisce per stringersi nel dolore di una preghiera unanime.
Il piccolo centro dell’oristanese rappresenta da sempre il cuore fisico e spirituale di Sant’Ignazio in cui si fa più intenso e tangibile il sentimento di devozione, come ben delinea Grazia Deledda in un suo scritto di tanti anni fa: "Circondato da boscaglie di querce, liete di fonti e ruscelli e di chiassose famiglie dei ghiandaie dalle ali spruzzate d’azzurro, vigilato dal castello dei nobili marchesi padroni del bel feudo, era, ed è ancora in parte, il paese di Laconi, nel Sarcidano di Sardegna. In una povera casupola di agricoltori, nacque a Laconi, il 18 dicembre 1701, Francesco Ignazio Vincenzo Peis, che fu poi il miracoloso Fra Ignazio cappuccino venerato ancora adesso, e sempre più, in tutta l’Isola, che conserva inattaccabile, nel cuore delle sue donne forti, ed anche degli uomini semplici e retti, il profondo culto degli insegnamenti di Cristo".
Il pensiero, la preghiera e la speranza continuano a fondersi in un unico momento di intensa spiritualità: tra i luoghi del silenzio animati di fede e commozione si crea un legame tra passato e presente che tocca i cuori di tutti coloro che partecipano all’evento solenne in onore del Santo.