La svolta culturale ad Alghero si è avuta a partire dal 2010, con la maxi-pista ciclabile che parte dal colle El Trò fino a Fertilia ad uso esclusivo delle due ruote. In tutto il nord Europa e da molto prima le biciclette sono diventate un mezzo di trasporto urbano molto importante – il secondo dopo l’auto – ed è normale promuoverne l’utilizzo creando infrastrutture sicure ed eventi dedicati. L’uso della bici, infatti, oltreché economico, comodo e divertente, rafforza il binomio sport-salute e tutela anche l’ambiente. In città dove il traffico si fa intenso, soprattutto nella bella stagione, la bici diventa l’alternativa al rischio di restare imbottigliati con il vantaggio di potersi spostare rapidamente e in tutta sicurezza.

In tutte le migliori città turistiche uno dei servizi più richiesti è il bike sharing che promuove il territorio a misura di bicicletta. Il servizio prevede che siano installate delle stazioni in diversi punti della città ove le biciclette sono bloccate e utilizzabili dopo averle sbloccate con una chiave o tessera, il cui uso richiede una registrazione in modo da scoraggiare i furti. Più usi la bicicletta (e quindi non la condividi) più il costo aumenta ma questi sistemi possono prevedere anche abbonamenti mensili o annuali oppure essere completamente gratuiti salvo il pagamento di una cauzione per la tessera o la chiave. Il bike sharing incoraggia la condivisione e quindi il rispetto della cosa altrui, elemento imprescindibile di civiltà.

Ad Alghero non abbiamo il bike sharing ma iniziano i primi bike hotel accanto ai numerosi “rent a bike” perché la città è meravigliosamente a dimensione di ciclista. La pista, che collega praticamente tutta la città in una dorsale da nord a sud, permette un itinerario che fa apprezzare ancora di più i luoghi, il nostro mare e la vita all’aria aperta, facendo la felicità dei residenti più intelligenti. Stupisce che in Italia, principale produttore europeo di biciclette, è solo dal 2010 che il Ministero dell’Ambiente ha istituito la giornata nazionale della bicicletta ed è solo negli ultimi anni che si è registrata una crescita dell’uso delle due ruote. Ciò fa riflettere ancora di più se si considerano tutti i chilometri di coste che il nostro paese si ritrova – che permetterebbero di offrire moderne infrastrutture dedicate – insieme al clima mite che consentirebbe ai ciclisti vita quasi tutto l’anno. E’ questione di mentalità e cultura.

Nel 2014 ad Alghero ancora si assiste a spettacoli di ostinata arroganza di concerto con una buona dose di ignoranza, nei pressi della pista ciclabile e soprattutto nel tratto della passeggiata Bousquet, cioè dove lo spazio per i pedoni è praticamente sterminato. Oltre al pedone che con la massima disinvoltura parla al telefono e ai passeggini che sostano tra l’indifferenza delle mamme incuranti di aver creato un percorso ad ostacoli, imperversa l’ostinazione di camminare sulla pista in linea retta come uno squadrone ostruendo intenzionalmente e completamente il passaggio e facendo finta di non udire il ripetuto scampanellio dell’esasperato ciclista che giunge alle loro spalle. Ma non finisce qua. Una volta che il povero ciclista riesce a superare la barriera architettonica, creata appositamente dall’ottusità di codesti cittadini residenti, deve sentirsi anche insultato e apostrofato, oppure subire medievali commenti sull’inutilità della pista quale addirittura impedimento per la libera passeggiata del pedone. Siamo italiani ma ancora peggio, a volte, siamo algheresi se si pensa al turista ospite e non italiano che oltreché scansarsi dal percorso riservato alle biciclette, porge anche inattese e simpatiche scuse e dimostra di comprendere appieno che grande invenzione è la Pista Ciclabile con l’optional dell’educazione!!