PHOTO
"Questa 'scemenza' per cui se legalizzano l'erba allora la tolgono alle organizzazioni criminali è falsa, lo diceva anche Borsellino. Anzi, se lo Stato lo permettesse, farebbe in modo che chi la coltiva e la vende diventi lui stesso il primo spacciatore legalizzato". A dirlo all'Adnkronos è Giuseppe Povia, che interviene sulla vicenda legata alla legalizzazione della cannabis dopo la decisione della Consulta di dichiarare l'inammissibilità del referendum.
"Direi a questi 'tonti' che continuano spingere per questa stupidata della legalizzazione, come hanno fatto altri tonti in altri Stati, quello che dico da sempre: legalizzate ma non dite cazzate - è l'affondo del cantautore -, specie in un momento in cui L'Unione Europea spinge per mettere un bollino nero persino al vino, cioè all'alcol. Parola di ex tossico".
Secondo Povia, non esiste la distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti, "perché le droghe sono droghe tutte". "Se poi vogliamo parlare dei benefici della pianta che con Thc e Cbd regolati, servirebbe per fare altre cose, tipo torte, infusi, far volare gli aerei, allora siamo alle comiche", ironizza l'artista.
Povia esclude dunque anche l'affermazione aprioristica dei benefici della cannabis sul dolore: "Io portavo erba a 6 malati terminali - sottolinea -. Alleviava qualche dolore e distendeva loro i nervi, ma a volte invece gli dava un senso di malessere: tutto dipendeva dal loro stato d'animo".