Per Omaggiare i Soliti noti”. Questo un possibile significato dell'acronimo usato per definire il dispositivo elettronico che consente pagamenti attraverso carte di credito e bancomat.

Da lunedì, pur in assenza di sanzioni per chi non si adegua, l'obbligo è scattato per commercianti, professionisti, artigiani e forse, viste le ultime decisioni dell'UE sul calcolo del PIL, anche per le mignotte. Si, anche loro dopo l'amplesso caveranno da sotto il reggicalze quell'infernale macchinetta elettronica e domanderanno all'incredulo cliente: “Carta o bancomat?”.

Scherzi a parte, soffiano venti di guerra nelle fila dei professionisti ma anche e sopratutto degli artigiani e commercianti. L'idea di molti di loro è quella di rifiutarsi di pagare quest'ennesima tassa che finirà per essere un altro regalo alle banche, dopo i tanti elargiti negli ultimi anni.

Per un piccolo commerciante, le spese bancarie per poter offrire al cliente la possibilità di utilizzare il famigerato POS, vanno dalle 15 alle 50 euro di spese fisse mensili, più una media del 2% per ogni transazione eseguita. A queste vanno aggiunte poi le spese telefoniche necessarie. Ergo, totale della spesa per un piccolo fatturato come quello dei piccoli esercizi, circa 2000 euro l'anno. Per attività già in difficoltà come l'ambulante o il calzolaio sono un ulteriore passo verso l'abisso. Un'ennesima gabella, che per la felicità delle banche, terminerà di distruggere quell'economia fatta di piccole attività commerciali o artigianali che, in altri tempi, hanno fatto grande il nostro paese. L'ultimo retaggio delle prodezze distruttive, lasciate in eredità dal famigerato nonno Mario. Quell'eroe di stato che a suo dire ha fatto tanto per l'Italia, salvandola dal baratro. A detta di altri un Robin Hood al contrario: “spreme” i poveri per dare ai ricchi.

Questo signore, che oggi siede tranquillo e beato sui banchi di palazzo madama quale ospite fisso, è lo stesso che ci ha imposto un salasso per poter pagare il fondo salva stati nel momento in cui era la stessa Italia da salvare, il conto corrente obbligatorio per tutti i dipendenti e pensionati, il fondo europeo Efsf-Esm, conosciuto meglio come “salva banche”, il salvataggio di MPS, ed infine il limite al contante dei 1000 euro. Quest'ultima misura cosi come quella attuale del POS obbligatorio, sono state introdotte con il pretesto della lotta all'evasione fiscale. Eppure, anche in quel caso, l'effetto sortito non è stato quello desiderato, anzi. Visto il clima intimidatorio instaurato dagli istituti di credito, che terrorizza il malcapitato che si presenta allo sportello per un prelievo di contante dal proprio conto, in tanti preferiscono da tempo la via del vecchio materasso. Viene alla mente un espressione tipica napoletana: “ca nesciuno è fesso”!! Questi tanto sbandierati evasori, infatti, non sono mica degli stupidi. Se realizzano una transazione cosiddetta “in nero”, il pagamento avverrà tutto per contanti, senza dunque lasciare traccia. Se qualcuno mettesse il naso fuori dal palazzo si accorgerebbe inoltre, che spesso è proprio il cliente a richiedere lo sconto in cambio della mancata emissione del documento fiscale. Una formula collaudata questa, che spesso favorisce più il piccolo cliente che l'artigiano o il commerciante, i quali sono sottoposti comunque al calcolo di quel terribile meccanismo degli studi di settore. Un metodo impositivo, quest'ultimo, che non lascia scampo alle piccole imprese, le quali sulla base di alcuni fattori di calcolo come il numero dei dipendenti, i metri quadrati occupati o le attrezzature utilizzate, sono costrette a pagare le tasse pur non avendo conseguito utili d'impresa. Se pensiamo che sono pure costrette a pagarle in anticipo, pena una sanzione del 10%, ne consegue che la ragione addotta per introdurre le misure suddette è a dir poco risibile.

Questo Robin Hood da strapazzo dovrebbe essere considerato, in un mondo utopico ma giusto, un criminale internazionale da inseguire in capo al mondo, da conda