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È Natale. Mezza Sardegna si concentra sul capoluogo sardo per acquistare i pacchi dono da sistemare sotto l'albero, per la gioia dei bambini e degli adulti. L'affannosa corsa ai regali incontra però un ostacolo non da poco per gli automobilisti che percorrono la 131 in direzione Cagliari.
Arrivati all'altezza di Monastir si viene costretti a transitare per centinaia di metri su un unica corsia, causa lavori in corso. Subito dopo, altro rallentamento dovuto all'autovelox fisso piazzato là dal comune limitrofo. Il risultato è quello che appare nella foto: una fila chilometrica che impone un rallentamento della marcia. Almeno 15 minuti a passo d'uomo utili per ammirare il panorama circostante. Sempre ché non ci scappi il tamponamento, a quel punto i minuti diventano 20 o 30 di sbuffi e imprecazioni.
Saranno lavori che coinvolgono il manto stradale? Oppure la segnaletica di mezzeria o lo spartitraffico? Macché, nulla di tutto ciò. I lavori riguardano la costruzione di un muro in cemento armato, che sarà di sostegno per il costone che separa la statale dall'abitato del paese campidanese. Un muro del pianto dunque, non per i credenti, ma solo per gli automobilisti che hanno premura.
La mattina di arrivare al lavoro e la sera di raggiungere i negozi del centro o dei centri commerciali. Il pianto deriva dall'osservare che la strada viene occupata solo per avere libertà di movimento di chi è impegnato nei lavori che non sono svolti sulla strada ma a ridosso di questa. Ecco perché un profano come me, che quel tratto lo percorre due volte al dì, si chiede perché mai almeno la sera, a fine turno, qualcuno non si degni di levare i coni di delimitazione che impediscono di transitare in entrambe le corsie.
Boh!! Forse è una strategia di marketing turistico. Osservando il panorama ci si innamora del luogo e si torna per le vacanze! Oppure, presi dalla foga di raggiungere la destinazione, dopo il rallentamento causato dai lavori si riparte a tutto gas, incappando nella rete dell'autovelox posto li per rimpinguare le casse del comune! Mah, chissà? Dovremo andare a chiederlo al sindaco. Forse ci spiegherebbe il motivo per cui i lavori sono iniziati proprio nel periodo più caldo dell'anno sotto il profilo del traffico.
Oppure ci direbbe perché spesso si crea un “terzo blocco”, costituito dalle auto di servizio delle pubbliche autorità che controllano i lavori. Con calma serafica, si ciondolano sotto le impalcature, mentre i malcapitati passanti sono costretti ad un ulteriore pausa dal viaggio.
Cosi va il mondo. C'è chi corre affannandosi per riuscire a concludere più impegni e chi, invece, si sente stanco senza neppure iniziarne un primo. Misteri della vita! Intanto ci auguriamo che i lavori terminino al più presto, altrimenti questa cotta per Monastir si trasformerà presto in un terribile divorzio....