PHOTO
Buche nelle strade, pali della luce che crollano, ringhiere di protezione che cadono giù. E’ difficile sapere quale città o paese della Sardegna detenga il record delle inefficienze. Diciamo che sono dappertutto e non sbagliamo. Eccezioni? Forse. Ne saremmo felici.
Se dunque tali inefficienze sono diffuse e le località indistinte, una città è più sfortunata di tutte: Alghero. E sì, perché capita che gli addetti alla manutenzione del comune catalano - ma non è detto che le responsabilità cadano sulla, o solo, loro testa - si accorgano della necessità di intervenire quando c’è già scappato il morto.
È successo ieri: un uomo di 71 anni in compagnia della moglie si è appoggiato su una ringhiera di protezione e improvvisamente è caduto giù nella scogliera facendo un volo di una decina di metri. Il poveretto non ha avuto scampo: è morto sul colpo. Non è lontano il ricordo di un incidente analogo, sempre lungo la bella “passeggiata” che costeggia il mare del centro catalano.
Qualche anno fa, due giovanissime turiste si fermano per qualche scatto fotografico. Una di loro non ha neppure il tempo di appoggiarsi sulla tubatura di protezione che cade giù davanti allo sgomento dell’amica. Sotto, però, stavolta, c’era un dio protettore, materializzatosi in un ficus su cui si è adagiata, si fa per dire, la ragazza, tratta subito in salvo dai soccorritori. È di qualche settimana fa, invece, il caso di un palo della luce, corroso dalla ruggine, che sotto le raffiche di un maestrale neppure tanto forte si è abbattuto sul marciapiede e in parte sulla carreggiata.
Fortuna ha voluto che in quel preciso momento non ci fosse nessuno sotto. È vero, la vita è sottoposta a uno stato continuo di precarietà, ma che si esca di casa con il rischio incombente di un infortunio, anche mortale, legato alla distrazione, superficialità e carenza di professionalità dell’uomo preposto a determinati compiti, sembra davvero un po’ troppo. Sull’incidente di ieri ad Alghero sarà ora il magistrato ad accertare la dinamica del fatto e verificare la presenza di precise responsabilità di chicchessia sull’accaduto.
La paura, però, ancora una volta, è che ci troviamo in un Paese in cui tutti siamo responsabili, per cui nessun responsabile. Certo, è una realtà avvilente con cui, purtroppo, bisogna fare i conti. L’inversione di tendenza è possibile? Molto dipende da ciascuno di noi.