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"Gli gnomi sanno lavorare la terra", "gli gnomi sono creature forzute", "amano anche dipingere", apprezzano l'arte, sono "saggi" e leggono, e non mancano nemmeno gli scienziati. Dopo tanto faticare poi, con corpo e mente, è giusto anche riposarsi, con un "bel bagno caldo". Ah, "gli gnomi sono anche sempre allegri".
Gli gnomi. Nessun maschile sovraesteso. Le gnome quindi? Sono "ottime cuoche" e "ottime mamme".
Nel frattempo, bambinə colorano all'interno di rigidi confini, che sono i tratti del disegno, ma anche sovrastrutture respirate insieme alla polvere liberata dalla punta dei pastelli, imparando concetti e comportamenti che per molto tempo non avranno un nome, né probabilmente manifestazione, ma porranno le basi per l'imparità di domani.
Patriarcato: antropologicamente parlando, questo termine indica un modello sociale in cui il potere è gestito dagli uomini e trasmesso in linea patrilineare, vige il 'diritto paterno', ossia il "controllo esclusivo dell'autorità domestica, pubblica e politica da parte dei maschi più anziani del gruppo".
Nella sua accezione moderna, la parola patriarcato, ripresa negli anni '70, "precede il capitalismo come forza di oppressione femminile in quanto gli uomini hanno, nel corso della storia, costantemente strumentalizzato la capacità riproduttiva delle donne per relegarle al solo ambito familiare", spiega una delle figure più influenti del femminismo socialista, Zillah R. Eisenstein e, a livello generale, esso è comunemente riconosciuto come l’insieme di principi alla base dell’ordine sociale - comuni a diversi tipi di società - che costituiscono il pilastro portante dell’oppressione femminile.
Un sistema a prima vista (ma anche a seconda, terza ecc.) sovrapponibile alla realtà 'gnomesca' di un album da colorare, prima stampa gennaio 2021, "prodotto e realizzato - immaginabilmente - in Italia" (al tredicesimo posto in Europa nel 2023 secondo l'indice sull’uguaglianza di genere), che diventa archetipo delle relazioni amicali, amorose e lavorative nelle menti più giovani, plastiche e affamate di informazioni.
E sono proprio i primi 5 anni di vita, a partire dalla sesta settimana dopo la nascita, quelli fondamentali per la formazione della persona secondo uno studio statunitense, l'Abecedarian Project, che da 45 anni segue un gruppo di 100 individui. La ricerca, coordinata dal Virginia Tech, ha preso in considerazione due gruppi di bambini e ha esaminato il loro livello di apprendimento nel tempo. "L'Abecedarian Project ha controllato la qualità di vita collegandola alle esperienze delle persone nei primi cinque anni. Abbiamo dimostrato che se forniamo educazione di qualità ai bambini che vivono in situazioni di disagio sociale possono raggiungere ottimi traguardi da grandi", ha spiegato Craig Ramey, docente del Virginia Tech Carilion Research Institute, che dal 1987 partecipa all'Abecedarian Project. Parola d'ordine quindi è: stimolare. Entra in gioco qui, però, il ruolo fondamentale di genitori ed educatori in generale, che a questo punto non dovranno solo seguire i più piccoli, ma avranno anche il compito di selezionare attentamente gli strumenti che costruiranno e nutriranno il bagaglio cognitivo ed esperienziale di reti neuronali in pieno sviluppo.
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Un piccolo richiamo all'educazione alle emozioni e alle relazioni forse sarebbe dovuto infine, perché se "una coppia di gnomi è per sempre", il postulato non può essere applicato tout court anche agli esseri umani e bimbi e bimbe dovrebbero sentirsi liberi di prendere una strada diversa da chi, fino a quel momento, aveva condiviso un pezzo del loro percorso di vita (e magari sapere pure che gnomo e gnomo, gnoma e gnoma non sono coppie diverse da gnomo e gnoma).