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Un 34enne di Bortigali, un 31enne di Silanus, un 28enne di Orani e un 25enne di Orgosolo sono stati arrestati dai Carabinieri della Stazione di Bortigali, coadiuvati dai colleghi di vari reparti della Compagnia Carabinieri di Macomer durante l’ultima operazione di contrasto alla coltivazione illegale di marijuana: i militari hanno sequestrato ben 2.500 piante.
Durante un ordinario servizio di controllo del territorio esteso oltre che al centro abitato anche all’agro di Bortigali, i Carabinieri hanno fermato un'autovettura con i quattro a bordo che, durante una verifica di routine, sono apparsi molto nervosi e preoccupati rilasciando agli operanti dichiarazioni confuse e contradditorie che hanno portato gli investigatori dell’Arma ad approfondire sulle loro dichiarazioni.
Le indagini, con l'ascolto di numerose persone informate sui fatti, perquisizioni, servizi di osservazione e consultazione delle banche dati in uso alle forze di polizia, hanno consentito ai Carabinieri di trovare, in alcuni terreni riconducibili agli arrestati, nell’agro del comune di Bortigali in località Padru Mannu, una piantagione di oltre 800 piante di marijuana curate con un sistema di irrigazione “a goccia”. Ma ai militari è apparso immediatamente evidente che quella ritrovata fosse solo una parte della originaria piantagione e che una parte consistente della stessa fosse stata recentemente recisa.
Nell’estendere i controlli all’area circostante, seguendo un forte odore di marjuana all’interno di un capannone, i Carabinieri hanno trovato, al suo interno, altre 1.500 piante già in fase di essiccazione, numerosi ventilatori e tutto il materiale per la lavorazione del prodotto.
Le successive analisi qualitative effettuate dal RIS di Cagliari hanno permesso di avere la certezza che si trattava di canapa illegale. La droga immessa nel mercato illegale avrebbe fruttato circa 1milione e mezzo di euro.
"L’ennesima operazione portata a termine dall’Arma dei Carabinieri, dimostra una volta di più l’importanza e l’efficacia dei controlli svolti nelle aree rurali e quindi del controllo dell’agro svolto dall’Arma dei Carabinieri della capillarità garantita delle Stazioni Carabinieri. Fondamentale anche in questo caso il supporto dell’Autorità Giudiziaria per le immediate azioni e provvedimenti di competenza", sottolineano i militari nella nota.
Il procedimento penale nei confronti dei quattro indagati è tuttora pendente nella fase di indagini preliminari e la loro effettiva responsabilità sarà vagliata nel corso del successivo processo.