Oggi ha 48 anni, ma è a 23 che inizia il suo ambizioso percorso. Tutto iniziò con un semplice annuncio su un giornale in cui veniva offerto lavoro e alloggio a Londra. Nel 1994, a 23 anni, Luciano Lai, (classe 1971), di Perdasdefogu, decise così di fare la valigia e trasferirsi in Inghilterra.

Per il giovane, un ragazzo ogliastrino con tanta voglia di lavorare si trattò di un'occasione imperdibile. Una volta arrivato nella città inglese l'agenzia assunse subito Luciano come commis di sala nel ristorante in cui lavorava lo chef Locatelli, per diventare poi sommelier e anche manager e, nel frattempo, si dilettava con la cucina per i suoi coinquilini. Lo Chef Locatelli aveva grandissime aspettative per lui, pensava che sarebbe diventato un grandissimo manager, ma in realtà non si aspettava che la sua passione e il suo talento risiedessero proprio nella cucina.

Luciano imparava tutti i segreti del grande chef e replicava le sue ricette con gli amici, ma mai si sarebbe aspettato, di punto in bianco, di dover sostituire uno chef, allievo di Locatelli per una malattia... proprio come nei film. Lui era l'unico che, essendo stato al suo fianco, conosceva alla perfezione tutte le ricette ed era in grado di riprodurle perfettamente.

La carriera
Così iniziò la carriera di Luciano, che in poco tempo aprì il secondo ristorante sardo a Londra “Mirto” in cui deliziava i commensali con ravioli, cinghiale e pane frattau. Grandi elogi anche dalla stampa inglese, in pochissimo tempo era diventato un “must”.

Dopo 19 anni, però, lo chef Luciano non si sentiva più a proprio agio nella grigia Londra, non aveva più gli stimoli di quando da ragazzino aveva abbandonato l'Ogliastra con una valigia carica di sogni e aspettative. Così decise di partire per una meta molto più lontana: la Thailandia. Ecco che nella terra orientale Luciano si appassionò alla cucina Thai e non si accontentò, decise di trascorrere anche due mesi in India, dove sicuramente la sua vita cambiò radicalmente.

I viaggi

Girando in lungo e in largo capitò nella scuola Sahaja Yoga Himachal Pradesh nell'Himalaia dove, quasi per caso, inizio a cucinare per bambini provenienti da 45 diversi paesi e a proposito racconta “mi vengono i brividi a ripensarci, si erano affezionati tantissimo a me e io a loro”. Si trattò senza dubbio di una esperienza indimenticabile, dice infatti “è stato bellissimo cucinare per loro, io preparavo per loro la pizza e i piatti italiani, loro in cambio mi insegnavano la cucina indiana”. Trovandosi vicino alla più grande comunità di nepalesi in India decise poi di seguire anche un corso di cucina nepalese in cui imparò a cucinare dei “Ravioli molto simili ai nostri culurgiones ripieni però di carne di montone.

Dopo la parentesi asiatica in cui imparò le regole e della cucina orientale decise di rientrare in Sardegna e nel 2018 finalmente realizzare il suo sogno: apre Savory, il suo ristorante, che gestisce con la compagna, Mery.

Luciano Lai punta sicuro: "Adoro cucinare tutte le paste fresche, come facevo a Londra, dove preparavo ogni giorno solo pasta fresca in massimo 7/8 porzioni”, attualmente uno dei piatti che ama di più sono le tagliatelle allo zafferano con fiori di zucca, scorza d'arancia e bottarga con polvere di liquirizia. Ci tiene inoltre a precisare che nella sua cucina non è presente un pasticcere, ma si occupa lui dei dolci, infatti il suo cavallo di battaglia è il tiramisù cremoso in cialda croccante. Uno dei piatti che più rappresenta il suo lungo viaggio sono le puntine con salsa di soia, zenzero, cannonau e miele, in cui i sapori dei paesi che lo hanno ospitato si fondono alla perfezione in un secondo delizioso.

In un noto ristorante cagliaritano, Luciano da sfogo ad una cucina sarda fusion, con elementi orientali, indiani, thailandesi e giapponesi ma con l'inconfondibile impronta di uno Chef che ha saputo fare della sua passione un'arte e un lavoro. Dopo un lungo pellegrinare, quel giovane ogliastrino con un sogno in valigia, è diventato un grande chef.