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Stavano rientrando a casa dopo le soste al lago Omodeo e alle terme di Fordongianus, intorno all'ora di pranzo, si erano incontrati tra amici la mattina presto per un giro in moto fuori porta tra i saliscendi e i tornanti delle strade della Sardegna, poi la tragedia sulla provinciale 11, nel comune di Paulilatino, in provincia di Oristano: così hanno perso la vita un 27enne, Mario Sedda, un 30enne, Roberto Daga, e Giovanni Melis, di 32, tutti residenti a Paulilatino, Melis però era originario di Gadoni. Due i feriti trasportati all'ospedale, nessuno in gravi condizioni.
Uno scontro frontale in un rettilineo all'altezza di un dosso: il conducente dell'auto e i motociclisti si sono ritrovati improvvisamente faccia a faccia senza poter effettuare alcuna manovra e l'impatto è stato violentissimo: prima una moto, poi le altre tre finiscono contro la vettura, una Mercedes 190. I detriti si disperdono per 50 metri, i corpi sbalzati a 30 metri dal luogo dell'incidente.
Dopo lo schianto i mezzi hanno preso fuoco a causa della perdita di benzina, innescando così un gigantesco rogo che ha richiesto l'intervento di quattro Canadair, due Super Puma e tre elicotteri, oltre a quattro squadre a terra dei Vigili del fuoco. Le fiamme hanno percorso almeno otto chilometri, minacciando il tratto oristanese della statale 131 e il nuraghe Losa di Abbasanta: la strada non è stata chiusa perché il fronte del fuoco ha saltato la carreggiata, proseguendo la sua marcia all'interno, il nuraghe invece è stato 'protetto' dai getti d'acqua dei mezzi aerei.
Al riconoscimento delle prime due vittime ha contribuito il sindaco Domenico Gallus, intervenuto sul posto anche come medico. "Una scena terribile. Se ne vanno due ragazzi educatissimi e stimatissimi in tutto il paese. Da quello che abbiamo potuto apprendere, proprio il dosso nel lungo rettilineo ha impedito che conducenti di auto e moto potessero fare qualcosa. Una scena straziante".