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"#Tutta un'altra storia", recita lo slogan della campagna elettorale del sindaco di Cagliari Massimo Zedda, candidato presidente della Regione Sardegna alle elezioni del 24 febbraio prossimo. In un'intervista all'Unione Sarda, l'esponente del centrosinistra marca la discontinuita' con l'attuale amministrazione regionale: anticipa che rivedra' la riforma della Sanita', con la cancellazione della Asl unica voluta dall'attuale amministrazione regionale, e ripensera' la macchina regionale, incardinata secondo una legge del 1977, "legata a un mondo che non c'e' piu'".
"Nel governo regionale si deve attivare lo stesso meccanismo che ha riformato i Comuni", propone il candidato, che ieri ha partecipato a un programma sull'emittente tv 'Videolina' in cui ha illustrato il suo programma elettorale. "Il sindaco nella citta' puo' decidere gli assessorati, riorganizzarli, scorporarli aggregarli, in funzione delle esigenze operative".
Quanto alla sanità, benché candidato, l'attuale responsabile nella Giunta, Luigi Arru, "non farà l'assessore regionale alla Sanità", assicura Zedda.
"Ho un'opinione che non e' sulla persona, ma su come si e' operato" "Penso sia normale che la mia candidatura debba segnare una discontinuita' rispetto alla Giunta uscente", afferma Zedda, "Non si possono convincere gli elettori dicendo 'replichero' tutto quello che e' stato fatto".
Il sindaco ipotizza "un decentramento a favore dei Comuni, con la valorizzazione delle Province, come enti di secondo livello". Fra gli strumenti per contrastare il crescente spopolamento, Zedda cita il telelavoro, sperimentato fra i dipendenti del comune di Cagliari. "Si crea sviluppo per le amministrazioni dell'interno, la macchina Regione risparmierebbe".
Sulla vertenza accantonamenti che oppone la Regione allo Stato, Zedda sposa la linea dell'attuale amministrazione Pigliaru: "Ci diano i soldi che devono restituirci".
Il candidato si sofferma anche sulla legge urbanistica, che in questa legislatura il Consiglio regionale non e' riuscito ad approvare. Zedda la considera "indispensabile per lo sviluppo" e pensa anche a "un grande piano di revisione degli immobili, sostenuto da incentivi pubblici".