L'editorialista di Repubblica: "La democrazia del web? Mitologia da sfatare" 

FRANCESCO MATTANA (MAGZINE)

Portatore sano di coerenza e onestà intellettuale. Due doti su cui il milanese Michele Serra (romano di nascita, ma nel capoluogo lombardo dall'età di cinque anni) ha costruito il patto di fidelizzazione coi suoi lettori.

 

Nel cognome della madre, Errante, il destino di una vita: carattere aperto al dubbio, relativista, disposto a riconoscere i propri e gli altrui errori; curiosità itinerante, che lo spinge a interessarsi delle umane vicende in tutte le sue declinazioni (ma anche instancabile viaggiatore, ne è testimonianza l’Italia girata in Panda ai tempi del libro Tutti al mare). Il dimafonista dell’Unitàha fatto strada: nel giro di un paio di decenni, editorialista di punta del gruppo Repubblica  Espresso (le sue rubriche, Amaca e Satira preventiva, sono per molti un appuntamento imperdibile). Negli ultimi mesi la penna caustica ha preso di mira il Movimento Cinque Stelle. E il suo fondatore, con cui in passato ha collaborato come autore dei testi. 

 

Da attore Grillo ha vissuto tre fasi: la satira di costume ai tempi di Te la do io l'America; l’ ‘assalto’ ai politici nel sabato sera di Fantastico; il 'profeta' ecologista fino a pochi anni fa. Quale delle tre facce era la più divertente?

La prima che, tra l'altro, era molto originale. Ho sempre preferito la satira sociale – che è rivolta al nostro modo di vivere nel suo complesso, dunque anche a noi – alla satira politica, che ha sempre il rischio di farci sentire immuni da colpe e scarica ogni responsabilità sul Palazzo.