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Era accalorato ed esuberante più del solito, ieri sera, il ministro Lupi, ospite atteso in “casa Vespa”. Doveva fare le “prove” di dimissioni e quale posto migliore se non quella che scherzosamente passa come la “terza” Aula del Parlamento. Il conduttore di “Porta a Porta”, consapevole del suo ruolo diventato nel tempo “istituzionale”, ha accolto il titolare alle Infrastrutture, ormai fuori tempo massimo, con compiacenza e familiarità.
La conversazione, che nulla sapeva d’intervista, era dunque amichevole con domande preconfezionate con l’ospite e fatte con la massima delicatezza per non compromettere la freschezza di umore, visibilmente forzata, con cui il ministro si è presentato all’appuntamento.
In un’ atmosfera così particolare ma non nuova, ambientata davanti al focolare domestico, Lupi si è lasciato andare con tutto il groviglio di sensazioni, di emozioni e di ansie, in una sorta di confessione fiume. Il padrone di casa, Bruno Vespa, ha svolto il ruolo di padre confessore alla perfezione: tenero e comprensivo all’occorrenza.
Ora, in un clima siffatto, dire che un politico carica le sue dimissioni di protagonismo da malattia endemica, è un qualcosa che può essere frutto dell’interpretazione di ciascuno dei telespettatori che ha seguito la trasmissione. Il quadro familiare è rimasto tale dall’inizio alla fine dell’”incontro”. Lupi ha parlato con passione delle attività e dei risultati del governo Renzi nel campo delle Infrastrutture, soffermandosi tanto e a tal punto da dare l’impressione, per ogni passaggio, di voler depistare la gravità dei motivi dell’appuntamento con Vespa.
Lo stesso quadro delle dimissioni annunciate allo scopo di “rafforzare” la coalizione di governo, è stato avvolto e caricato di umanità attraverso i riferimenti alla sua famiglia e agli amici di sempre, compresi i Perotti e i Cavallo, per tutti di fresca memoria. Non si può essere considerati colpevoli, dice sostanzialmente Lupi, di essere amico di qualcuno, soprattutto, come nel caso concreto, se l’amicizia risale all’infanzia. Gli incontri successivi, semmai, sono coincidenze della vita.
Ebbene, non si poteva, secondo il ministro dimissionario, voci autorevoli dicono spintaneamente, impedire che qualcuno degli amici facesse un regalo al figlio. Comunque sia, dopo le “prove” di ieri, questa mattina le stesse dimissioni saranno presentate in un’Aula vera del Parlamento, la Camera dei Deputati. Non ci sarà il focolare di Porta a Porta, ma un clima in parte infuocato non è difficile da prevedere.