Questa mattina a Montespertoli (Toscana) è stato riesumato il cadavere di Francesco Vinci, una delle figure chiave nella "pista sarda" sui delitti sul mostro di Firenze. A richiedere e ottenere la riesumazione sono stati la moglie e i figli che vogliono sapere, grazie all'esame del Dna, se quello è veramente il corpo del loro familiare, trovato ucciso e carbonizzato nel 1993 nella campagna di Pisa.

CHI ERA FRANCESCO VINCI - Nato nel maggio del 1943 a Villacidro (Cagliari), Francesco Vinci nei primi anni '60 si trasferisce a Montelupo, in provincia di Firenze, con la futura moglie Vitalia Melis. Incarcerato nel 1982 come sospettato di essere l'autore dei delitti delle coppiette, fu poi scagionato e rimesso in libertà dopo il delitto dei ragazzi tedeschi a Giogioli del 1983 avvenuto proprio mentre era in cella.

La figura di Francesco Vinci, così come quella del fratello Salvatore Vinci, fece parte della cosiddetta 'pista sarda' seguita dalla procura di Firenze negli anni '80 per spiegare i delitti del mostro in un periodo in cui la Toscana, peraltro, era anche segnata dai sequestri dell'Anonima sarda.

Vinci entrò nell'inchiesta in quanto era stato amante di Barbara Locci, uccisa con il siciliano Antonio Lo Bianco nel delitto del 1968 a Castelletti di Signa - primo delitto attribuito alla serie del mostro per via della medesima pistola, la Beretta calibro 22 - e fu accusato dal marito della Locci, Stefano Mele, a sua volta già condannato, come l'autore del duplice omicidio del 1968.

Francesco Vinci avrebbe agito per motivi di gelosia verso la Locci, ma la modalità e il fatto che potesse possedere una pistola alimentò sospetti investigativi su di lui anche per altri quattro successivi assassinii di coppiette: però poi dopo il delitto dei tedeschi a Giogoli fu scarcerato.

Francesco Vinci fu trovato ucciso e carbonizzato nel 1993 nella sua auto insieme all'amico e servo pastore Angelo Vargiu nella campagna di Chianni, in provincia di Pisa. Ma, appunto, i familiari ipotizzano che il cadavere non sia suo e vogliono chiarire la questione con l'esame del Dna. "Abbiamo avuto l'autorizzazione comunale alla riesumazione e preleveremo i tessuti per fare il confronto col Dna dei familiari - aveva spiegato il criminologo e investigatore privato Davide Cannella, incaricato dai familiari - In caso di conferma, il sospetto che non sia Francesco Vinci cade. Altrimenti avremo il cadavere di uno sconosciuto e dovremo sapere se Francesco Vinci, che è nato nel 1943, è ancora vivo e dove si trova".