La Policia Nacional Colombiana ha arrestato a Barranquilla, nel nord della Colombia, il latitante Massimo Gigliotti, ricercato dall'Interpol per traffico di droga e accusato di essere un esponente della 'ndrangheta.

Le ricerche dell’uomo in Sudamerica (Colombia, Brasile, Panama, Venezuela e Repubblica Dominicana) erano state avviate lo scorso settembre dall’Unità ICAN con il supporto degli Esperti dei Paesi interessati, in particolare con l’Esperto per la Sicurezza in Colombia, a conclusione di diverse riunioni operative tenute tra la Direzione Centrale Polizia Criminale - SCIP, il Segretariato Generale dell’Interpol di LIONE-Progetto I-CAN, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri d Bologna ed Europol e con il supporto di Rete @on Network, finanziato dalla Commissione Europea.

Secondo quanto si legge in una nota diffusa dall’Arma, l’arresto è scaturito su attivazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Bologna che ha analizzato e veicolato preziosissime informazioni, fornite da Europol, per la localizzazione di Gigliotti, successivamente sviluppate dall’Unità I-CAN. In particolare, OCN-Interpol Bogotà della DIJIN (Direzione di Investigazioni Criminali e Interpol), in costante collaborazione con le autorità investigative italiane, ha predisposto un servizio ad hoc, schierando, già dalla giornata del 27 novembre, un dispositivo nella città costiera di Barranquilla dove il latitante stava soggiornando, presso una struttura ricettiva.

Avuta notizia della verosimile partecipazione del latitante ad un incontro con un legale presso un noto centro commerciale della città, l’Unità della OCN-Interpol, appostata nei pressi della struttura alberghiera, ha fermato Gigliotti che, nell’occasione ha fornito ai poliziotti la “cedula de ciudadania colombiana” nr. 1.091.376.382 a nome di Pedro Javier Zambrano Pulido, recante la sua foto. Il documento, falso, era utilizzato da Gigliotti per muoversi in territorio colombiano.

Dall’indagine “Ichnos”, da cui scaturisce la misura cautelare, condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Carbonia, erano emersi gravi elementi circa la presenza in Sardegna di un’organizzazione criminale in grado di rifornirsi di ingentissimi quantitativi di cocaina tramite alcuni trafficanti calabresi legati alla ‘ndrangheta, stanziati nelle province di Roma e Milano e di eroina proveniente da un gruppo criminale albanese operante nella penisola.