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La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per fare luce sull'attentato avvenuto in Iraq questa mattina intorno alle 11.30 locali, dove sono rimasti feriti cinque soldati italiani. Le ipotesi di reato sono di attentato con finalita' di terrorismo e lesioni gravissime.
I cinque militari coinvolti nell'esplosione probabilmente di un ordigno artigianale sono stati soccorsi ed evacuati con elicotteri Usa che fanno parte della coalizione e trasportati in un ospedale Role 3 dove hanno ricevuto le cure del caso.
Secondo quanto reso noto dallo Stato Maggiore della Difesa, tre dei cinque militari sono in condizioni gravi ma non sarebbero in pericolo di vita. Le famiglie sono state informate. Uno dei militari ha riportato l'amputazione di una gamba, un altro ha subito gravi lesioni interne ed un terzo ha riportato danni ad un piede.
L’ESPLOSIONE DELL’ORDIGNO Al momento dello scoppio dell'ordigno Ied il gruppo di militari italiani coinvolto stava facendo rientro alla base di appoggio in prossimità di Kirkuk dopo l'attivita' di mentoring e training svolta in una zona di Suleymania, nel Kurdistan iracheno.
Il team italiano era impegnato a favore di forze di sicurezza locali - in particolare forze speciali dei peshmerga - che operano contro il Daesh. Il Il nucleo italiano procedeva in parte a piedi, in parte su mezzi blindati.
Chi sono i militari feriti
Si tratta di tre incursori della Marina (appartenenti al Goi, il Gruppo operativo incursori) e due dell’Esercito (Nono Reggimento d’assalto paracadutisti «Col Moschin»).
IL RACCONTO DELL’EX MARESCIALLO DEI CARABINIERI SOPRAVVISSUTO ALLA STRAGE DI NASSIRIYA "Sembra di rivivere quei momenti". Lo dice Riccardo Saccotelli, l'ex maresciallo dei carabinieri sopravvissuto miracolosamente alla strage di Nassiriya nella quale morirono 12 militari dell'Arma, cinque dell'Esercito e due civili italiani, alla notizia dell'attentato di oggi in cui sono rimasti feriti cinque militari italiani, tre dei quali in modo grave.
Un attacco che avviene ad appena due giorni dal 16mo anniversario della tragedia di Nassiriya: Saccotelli, che all'epoca aveva 28 anni e oggi non è più in servizio, ha ancora negli occhi quei drammatici momenti in cui era di guardia e si ritrovò a una decina di metri dall'autobomba.
"Ho ricevuto già i messaggi di tanti amici che alla notizia mi hanno scritto", sottolinea Saccotelli spiegando che è inevitabile l'associazione con quanto accaduto 16 anni fa. Saccotelli da tempo accusa di essersi sentito abbandonato dallo Stato e a due giorni dall'anniversario di Nassiriya sottolinea: "Il 12 io lo vivrò come una mia giornata particolare, nel bene e nel male".
Come ogni anno saranno organizzate sicuramente delle cerimonie, "ma il 12 novembre l'anniversario lo ricordano da soli, né io né altri sopravvissuti siamo mai stati invitati". Ai feriti nell'attentato di oggi Saccotelli si rivolge così: "Pensate a voi stessi, alla vostra famiglia, a niente più che alla vostra vita. Ci sarà tempo per il patriottismo e le medaglie, che non arriveranno mai…".