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Si chiama Paolo Piseddu il militare sardo rimasto gravemente ferito nell’attentato di domenica scorsa a Sud-Est di Kirkuk, la zona contesa tra curdi e iracheni, 170 chilometri a nord di Bagdad.
L’ASSALTO Sono le 11.16 (le 9.16 in Italia) quando un ordigno esplosivo artigianale scoppia al passaggio di un team misto di forze italiane e irachene.
Il convoglio della Task force 44 è formato da una ventina di uomini che fanno rientro in base dopo una missione di mentoring e training, ovvero supporto e addestramento alle forze locali, impegnate nella lotta contro l’Isis.
La deflagrazione investe cinque incursori italiani, due parà del nono reggimento d’assalto Col Moschin dell’Esercito e tre del Goi, il gruppo operativo incursori della Marina. Uomini addestrati, il meglio delle forze armate italiane.
IL MILITARE SARDO RIMASTO FERITO Tra i Col Moschin dell’Esercito c’è anche Paolo Piseddu di 46 anni, nato a Orroli, ma residente a Siena, sposato e padre di 2 bambini.
Il militare sardo è rimasto ferito all’addome. Avrebbe riportato importanti lesioni all’addome, ma non è in pericolo di vita. Vista la situazione d’urgenza è stato trasportato con elicotteri Usa nell'ospedale della coalizione militare a Baghdad.
I NOMI DEI FERITI Nella tarda serata di domenica è stata l’Adnkronos a diffondere i nomi dei militari feriti: oltre a Paolo Piseddu c’è Marco Pisani, Andrea Quarto, Emanuele Valenza, Michele Tedesco.
A uno è stata amputata una gamba, un altro ha subito invece una parziale amputazione del piede.
Restano tutti ricoverati in ospedale in attesa che le loro condizioni si stabilizzino per permettere il rientro in patria.
TERRORISMO ISLAMICO Pochi i dubbi sulla matrice dell'attentato che risalirebbe al Daesh e a frange ancora attive di terrorismo islamico contro cui, in Iraq, la guerra è ancora in corso. I militari italiani, appartenenti alle forze speciali, operavano in supporto di peshmerga curdi con i quali avevano scoperto e disarticolato un deposito di esplosivi.
LA VICINANZA DEL PRESIDENTE SOLINAS "Desidero esprimere, certo di interpretare anche i sentimenti dell'intero popolo sardo, la più profonda solidarietà e amicizia nei confronti dei militari italiani colpiti dal vile attentato in Iraq, alle loro famiglie, alle Forze Armate. L'impegno dei militari italiani, che operano per la pace e la ricostruzione, è per tutti noi un esempio di valore e di dedizione".
Lo dice il governatore della Sardegna Christian Solinas, in merito all'attentato nel quale sono rimasti coinvolti cinque militari italiani.
"Il suolo iracheno ha visto in più occasioni impegnati anche militari sardi e in quel teatro è stata presente a più riprese la nostra Brigata Sassari, con il supremo sacrificio di tre suoi figli, il caporal maggiore scelto Alessandro Pibiri, il maresciallo capo Silvio Olla e il capitano Massimo Ficuciello, questi ultimi due caduti nella strage di Nassiriya della quale tra due giorni ricorrerà il 16/o anniversario - aggiunge - Il loro sacrificio ci ricorda quotidianamente il valore sacro della pace e della libertà, per il quale i nostri militari sono impegnati ogni giorno in Italia e nel mondo".
I MILITARI ITALINI IN IRAQ Sono complessivamente quasi 900 i militari italiani tutt'ora impegnati in Iraq, 80 dei quali appartenenti alle forze speciali. Lavorano soprattutto a operazioni di addestramento e supporto delle forze irachene impegnate sul campo per liberare i luoghi dove il Daesh tenta di riorganizzarsi.