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Dall’età classica, passando per il medioevo e fino al XVII secolo, la credenza della loro esistenza si identificava con una serie di riti magici messi in pratica da esseri maligni capaci di avere patti segreti con il diavolo.
Il termina “strega” con ogni probabilità deriva dal latino strigao stryx, (nel greco antico strix), un uccello notturno considerato una specie di vampiro che si pensava responsabile degli aborti o dell’uccisione di bambini. Alcune credenze popolari ritenevano che le streghe si trasformassero in animali, lupi mannari, per esempio, ma soprattutto gatti e che avessero un enorme potere sugli elementi della natura. Le donne considerate “streghe” erano soprattutto donne malviste per motivi differenti: mogli rifiutate dai propri mariti, malate di mente o semplicemente eccentriche e creative. Ogni cosa che si discostava dalla normalità era considerata pericolosa e doveva essere contrastata in ogni modo.
In realtà ci si affidava a queste donne molto spesso. Per guarire le persone e gli animali nelle comunità in cui vivevano, per esempio. Esse conoscevano molto bene l’utilizzo medicinale di erbe e piante, inoltre rivolgersi a un medico era troppo costoso e la maggior parte delle persone non poteva permetterselo. Se le malcapitate riuscivano a guarire il malato erano santificate, ma se fallivano erano additate a spiriti malvagi e condannate. Insomma, in un mondo che, ogni giorno, doveva combattere con orribili carestie e malattie sconosciute, era inevitabile una “caccia alle streghe” come capro espiatorio per sfuggire al delirio collettivo. Non creature del male, quindi, ma semplicemente donne ai tempi della disperazione.
Milioni di donne innocenti vennero torturate e condannate con accuse tanto volgari quanto stupide, come se il loro sacrificio avesse potuto purificare il mondo.
Fortunatamente, la storia ci insegna, come la figura della strega, attraverso i secoli, si sia condensata in un diverso modello. La parola ′′strega” in inglese ′′witch”′ ha una significato molto bello, significa ′′donna saggia". Alcuni esperti collegano questo termine al latino volgare ′′voluxa" ossia “che vola”
Altri, invece, sostengono che la radice della parola strega ′′ bruix "derivi dalla parola protocelta “Brixta”: “incantesimo”.
Nella cultura celtica la strega che vola simboleggia un essere che trascende a livelli superiori. Donna saggia con una profonda conoscenza della natura che mantiene legami con tutti gli esseri viventi della terra e fa impallidire gli uomini non liberi. Una donna consapevole del suo potere e che sa come metterlo in atto. Insomma ci sono voluti secoli, ma alla fine c’è stata la rivincita e la parola strega ha perso la sua connotazione malvagia per diventare “donna straordinaria che lascia un impatto sul mondo”. Pertanto, quando qualcuno ci chiama strega, non possiamo fare altro che ringraziarlo perché ci ha fatto un grande complimento!