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Raif Badawi continua a scontare la sua pena. Il blogger saudita di 31 anni è stato condannato dal proprio governo con l’accusa di apostasia, per aver offeso l’Islam tramite il suo blog “Liberali sauditi”, un forum concepito per discutere del ruolo della religione in Arabia Saudita.
Badawi si trova in stato d’arresto dal 2012, è stato processato e condannato in Appello a dieci anni di carcere, una multa di 1.000.000 di rial sauditi (circa 196.000 euro), inoltre il giudice ha disposto la chiusura del suo blog. Ma non finisce qui.
Infatti, a scatenare l’indignazione della Comunità Internazionale è stata la condanna alla fustigazione pubblica nella città di Gedda, davanti alla moschea Al Jafali. La pena consiste nel ricevere 1000 frustate, 50 a settimana, per un totale di 20 settimane. Il supplizio ha avuto inizio il 9 gennaio, quando Raif è stato frustato pubblicamente davanti ad una folla che ha assistito allo spettacolo eccitata, qualcuno ha ripreso la scena con un cellulare.
Sospensione della pena corporale
La settimana seguente il detenuto è stato visitato da un’ équipe di medici che hanno sconsigliato l’esecuzione del nuovo ciclo di frustate, almeno per una settimana, a causa delle precedenti lacerazioni che non si erano ancora cicatrizzate. Ma nemmeno la fustigazione pubblica in programma per il 6 febbraio è stata eseguita, i motivi sono ignoti. Una fonte proveniente da Amnesty International dichiara che il caso è stato sottoposto da parte della Corte Suprema alla Corte d'appello il 3 febbraio. La condanna e la pena potrebbero essere confermate, o si potrebbe chiedere un nuovo processo, ma non c’è ancora una dichiarazione ufficiale da parte delle autorità saudite.
Solidarietà da tutto il mondo
Recentemente si sono svolte manifestazioni di fronte alle ambasciate saudite in tutto il mondo per condannare la pena inflitta a Raif Badawi e chiederne l’annullamento. Inoltre, si chiedono chiarimenti riguardanti le irregolarità che hanno caratterizzato il processo a carico del blogger. Secondo il suo avvocato, il giudice nominato per il processo è stato sostituito da un altro giudice, che aveva precedentemente sostenuto che l’accusato dovesse essere punito. E lo stesso avvocato, Waleed Abu al-Khair, è in carcere, condannato a 15 anni per attivismo pacifico. Said Boumedouha, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International, ha dichiarato: "Le frustate sono proibite dal diritto internazionale insieme ad altre forme di pena corporale".
Il governo si era esposto a favore della libertà d’espressione
Eppure l’Arabia Saudita persiste e non annulla la condanna. Lo stesso governo che un mese fa aveva condannato gli attentati di Parigi, che si era schierato contro il terrorismo islamico e aveva adottato il motto “Je suis Charlie”, dimentica, forse, che anche Raif Badawi è “Charlie”.