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Se ne parla ormai da tanti anni del rischio di estinzione delle api. Ma forse questo è l’anno buono per ripristinare gli ecosistemi vegetali e salvaguardare l’insetto prezioso per la sopravvivenza umana. Il “merito”, se cosi si può dire, sarebbe del Coronavirus che ci ha costretto a stare chiusi in casa, a chiudere le fabbriche. Inoltre le misure restrittive hanno anche annullato le falciature e ridotto di gran lunga traffico e inquinamento. Questo ha reso possibile la crescita di fiori selvatici, aiutando in qualche modo il ripristino dei tanto delicati ecosistemi vegetali urbani e il ritorno delle api.
Fiori rari e popolazioni di api in calo potrebbero insomma iniziare a riprendersi durante il lockdown del Coronavirus perché ormai in quasi tutte le città si lascia che crescano indisturbate ai bordi delle strade piante selvatiche di ogni tipo.
Secondo la più grande organizzazione europea per la conservazione delle piante selvatiche, Plantlife, sono infatti i cigli delle strade gli ultimi rifugi per le molte specie vegetali che sono state devastate dalla conversione dei prati naturali in terreni agricoli e complessi residenziali. Queste strette strisce di prati possono ospitare ben 700 specie di fiori selvatici.
Trevor Dines, botanico di Plantlife ha spiegato che negli ultimi anni la cattiva gestione si è combinata con l’inquinamento, creando una tempesta perfetta. I consigli comunali hanno adottato politiche eccessivamente impazienti che abbattono i fiori prima che possano piantare i semi. Ma sono state proprio le falciature, a causa della crisi dovuta a Covid-19, ad essere tra i primi servizi ridotti se non addirittura sospesi.
E gli ecosistemi vegetali urbani hanno già iniziato a riprendersi. Tutto ciò giova in maniera straordinaria anche alle popolazioni di api, farfalle, uccellini, pipistrelli e di tutti gli insetti che dipendono dalle piante selvatiche per la sopravvivenza. Semplicemente lasciando fiorire, insomma, tante delle nostre piante potranno nuovamente offrire polline e nettare alle api.