Oggi, 2.182 cittadini italiani sono detenuti all'estero. Di questi, 1.188 stanno scontando una condanna, 954 sono in attesa di giudizio e 40 sono attendono l'estradizione. La maggior parte si trova in Europa (1.650), 244 nel continente americano, 166 nei Paesi del Mediterraneo e Medio Oriente, 22 nell'Africa sub-sahariana e 77 in Asia e Oceania. Germania (1.079), Spagna (458), Francia (231) e Belgio (202) sono le nazioni con più detenuti italiani dietro le sbarre.

I reati sono principalmente legati al traffico di sostanze stupefacenti, associazione a organizzazioni criminali internazionali o furti. Negli ultimi mesi, alcuni casi hanno attirato l'attenzione dei media, come quello di Ilaria Salis, attivista antifascista arrestata in Ungheria nel 2023 e poi eletta europarlamentare; Chico Forti, condannato negli Stati Uniti per un omicidio che sostiene di non aver commesso e trasferito in Italia nel 2024 dopo 24 anni di detenzione negli Usa; Cecilia Sala, la giornalista romana arrestata in Iran a dicembre e rilasciata nei giorni scorsi dopo una breve ma dura detenzione presso il carcere di Evin, a Teheran.

Il Ministero degli Affari Esteri italiano, attraverso la Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, fornisce assistenza consolare ai cittadini italiani detenuti all'estero, offrendo supporto legale e monitorando le condizioni di detenzione. Quali sono i casi più eclatanti di cittadini italiani detenuti all'estero?

MOSCA: DROGA IN ROMANIA

Il 29enne Filippo Mosca e il 30enne Luca Cammalleri, entrambi di Caltanissetta, sono finiti in manette in Romania nel 2023. Condannati a 8 anni per traffico di stupefacenti, sono stati trasferiti nel carcere di Porta Alba (Costanza). Se per Cammalleri è stata disposta l'estradizione in Italia, Mosca dovrà ancora attendere. La madre di quest'ultimo, alcune settimane fa, ha dichiarato che potrebbe essere trasferito nelle prossime settimane in Italia, ma non c'è ancora l'ufficialità. Mosca e Cammalleri si trovavano al festival di musica Mamaia, che si svolge ogni anno a inizio maggio nel teatro estivo di Costanza, quando sono stati arrestati.

"Mio figlio vive in una cella di circa 30 mq con altri 24 detenuti, che hanno a disposizione un buco sul pavimento come bagno. Non bagno alla turca, ma buco, usato da tutti, sempre intasato e che non viene mai pulito. Le condizioni igienico-sanitarie sono a dir poco disastrose", aveva denunciato la mamma di Filippo Mosca, Ornella Matraxia.

CONTI: TRATTA DEL SESSO A PANAMA

Un vero e proprio incubo a Panama, in uno dei penitenziari più sovraffollati del mondo (5.500 detenuti), in condizioni igieniche terribili, senza medici, poco cibo e scarsità di acqua. Stefano Conti, rader brianzolo di 39 anni, è accusato di tratta di persone a scopi sessuali. Ha ottenuto i domiciliari, ma rischia 30 anni di reclusione.

Il 6 dicembre scorso si è rivolto alla redazione di Chi l'ha visto?: "Sono stato arrestato oltre due anni fa, mi trovo ai domiciliari in attesa di giudizio. Tutti i miei diritti umani sono stati violati in quella galera disumana, sono palesemente innocente. Il mio processo non ha senso e il mio arresto dovrebbe considerarsi illegale. Le mie presunte vittime hanno denunciato penalmente il pubblico ministero".

PINI: OMICIDIO A CUBA

"Sono condannato per un omicidio ma non ero sull'isola in quel momento e ora ho le prove". Così Simone Pini, detenuto in un carcere a Cuba da 14 anni, lancia un appello al presidente del Consiglio Giorgia Meloni per affermare la sua innocenza e chiedere di poter finire di scontare la sua pena in Italia.

Era il maggio del 2010 quando una ragazzina di 12 anni morì a Bayamo, a sud di Cuba. Si era sentita male dopo una festa con italiani e cubani e non venne soccorsa. Fu caricata in un'auto e abbandonata in un campo dove venne ritrovata priva di vita nei giorni successivi. Settimane dopo, un'ispezione della polizia locale portò all'arresto di alcuni cubani e di tre italiani, fra cui il fiorentino Simone Pini, oggi 56enne.

CENNI: COMBATTENTE PRO-RUSSIA IN UCRAINA

Il napoletano Gianni Cenni è stato catturato nei giorni scorsi in Ucraina con l'accusa di essersi arruolato come volontario nell'esercito russo. Catturato dalle forze speciali ucraine in Donbass, il 51enne campano lavorava come pizzaiolo a Samara, nel ristorante Anima.

Secondo quanto ricostruito, combatteva con l’esercito russo nella regione di Kharkiv. Sarebbe il primo volontario italiano nell’esercito russo catturato dall’inizio dell’invasione in Ucraina.