L’oligarca russo Roman Abramovich, che si era proposto come mediatore nel conflitto fra Russia e Ucraina, avrebbe accusato sintomi di avvelenamento. Altrettanto avrebbero denunciato i componenti della delegazione ucraina per le trattative di pace.

La notizia è stata diffusa dall’agenzia Bloomberg e dal Wall Street Journal.

Il magnate russo Abramovich, i cui affari hanno il base a Londra, nelle ultime ore sarebbe volato a Mosca con un volo privato dalla Turchia (dove si è rifugiato per sfuggire alle sanzioni) recando una lettera di Zelensky per Putin. Precedentemente l’oligarca aveva incontrato il presidente ucraino.

Domani è previsto l'ennesimo round di negoziati proprio in Turchia tra due delegazioni dei rispettivi ministeri degli esteri.

Il tentativo di avvelenamento, secondo quanto riportato, risalirebbe all’inizio del mese di marzo. Oltre al miliardario, anche il suo interprete e due funzionari ucraini avrebbero manifestato segni di malessere. Fra i sintomi riscontrati dopo un incontro a Kiev c’erano "occhi rossi e irritati" fino alla "perdita della vista" per alcune ore. E ancora, "desquamazione della pelle sul viso e sulle mani". Abramovich sarebbe rientrato a Istanbul e qui sottoposto a cure. Da allora, sempre secondo il Wall Street Journal, le condizioni di salute delle persone colpite sono migliorate e nessuno di loro è in pericolo di vita.

Per gli esperti occidentali che stanno seguendo la vicenda è difficile determinare se i sintomi siano stati causati da un agenti chimico o biologico. Durante l’incontro a Kiev, Abramovich e gli altri partecipanti avrebbero consumato unicamente acqua e del cioccolato. La dose di veleno sarebbe stata modesta, non tale da mettere a repentaglio la vita delle persone, ma abbastanza da spaventarle.