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La guerra in Siria inizia nel 2011, ed è diventata il conflitto più mortale del ventunesimo secolo. Nel 2021 il resoconto delle vittime ha raggiunto una cifra stimata di 600mila e milioni di siriani sono diventati rifugiati. Vite interrotte e sorrisi di bimbi spenti per sempre, come quello del piccolo che prima di morire ha minacciato di raccontare tutto a Dio. Ancora adesso, così come allora, la situazione è drammatica. Chissà cosa direbbe quel bimbo.
Sfollamenti di massa, forte recessione dell’economia, aumento dei prezzi, tasso di disoccupazione alle stelle sono stati aggravati dalla pandemia che ha colpito un sistema sanitario già precario, solo il 58% degli ospedali risulta operante. Oltre un terzo della popolazione non ha l’acqua corrente. Poi ci sono i campi per sfollati senza acqua, cibo o assistenza sanitaria adeguata.
Più di 10 anni di guerra hanno colpito di più la parte del paese incolpevole: i bambini. Si stima che 12.000 bambini siano stati uccisi o feriti. Oltre 1300 strutture, tra ospedali e scuole sono state attaccate e distrutte. Quasi il 90% dei piccoli in Siria ha bisogno di assistenza umanitaria, vive nella continua paura che qualcuno possa uccidere la propria famiglia, gli affetti o il cane. Sono spaventati e non sono certi nemmeno di poter mangiare un pasto al giorno, molti non vanno a scuola e altri vengono reclutati in gruppi armati o costretti a fare lavori pesanti per poter sopravvivere.
Tante donne e ragazze siriane subiscono violenza di genere: matrimoni precoci che diventano un modo per riuscire ad avere un supporto economico e per sfuggire agli abusi sessuali. Violenze emotive, psicologiche e fisiche regolarmente impunite perché per le vittime dei soprusi in Siria, il silenzio è l’unico modo di reagire.
La paura paralizza e annienta.
Le guerre ad elevata intensità nel mondo sono moltissime e non accennano a concludersi. I bambini e le famiglie continuano a sopravvivere persi in un limbo. “Dirò cosa mi hanno fatto a Dio, gli dirò tutto”. Quel bambino aveva ragione, tanta crudeltà deve essere raccontata a Dio, speriamo che riesca a gridarlo forte.