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Accecato dalla rabbia per non esser riuscito a superare il livello di un videogioco per l'ennesima volta, impugna un coltello da cucina e stermina la famiglia della porta accanto. No, non è un thriller, né un film dell'orrore: i fatti, così riportati, sono realmente accaduti in Russia, più precisamente nella città siberiana di Krasnoyarsk. Il 34enne Ivan Yezhov avrebbe scaricato la sua frustrazione contro una vicina, la figlia e l'anziano padre della donna. Lo psicopatico assassino è stato di recente condannato all'ergastolo, con raccapriccianti dettagli sullo svolgimento del delitto che però continuano a emergere.
Durante il processo gli inquirenti hanno ricostruito in maniera precisa come sono andati i fatti. In base alla ricostruzione, Yezhov non riusciva ad avanzare di livello a "Doom Eternal", videogioco sparatutto. L'uomo, fra le altre cose incline anche all'abuso di alcol, ubriaco avrebbe impugnato l'arnese recandosi nell'appartamento dei vicini e compiendo la strage. La vicina, Elena Mutovina, era una giornalista e radiofonica. Dopo averla pugnalata mortalmente al collo l'assassino si sarebbe scagliato contro il padre 77enne.
Infine, non appagato, avrebbe sfogato la sua rabbia contro la piccola figlia della donna, una bimba di 9 anni, che avrebbe tentato invano di fuggire. Yezhov è stato arrestato dalla polizia cinque giorni dopo il ritrovamento dei tre cadaveri e, in seguito alla sua incarcerazione, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, per poi confessare i suoi crimini. La pubblica accusa ha denunciato il sadismo dell'indagato, rappresentato dal fatto che quest'ultimo avrebbe "abusato dei tre cadaveri" e dal tentativo del 34enne di nascondere le prove del suo delitto alterando la scena del crimine.
Prima di fuggire infatti, l'assassino avrebbe messo il suo coltello in mano al padre della giornalista, così da fare credere agli inquirenti che il killer fosse l'anziano. Yezhov, nel corso del dibattimento processuale, ha confermato la tesi dell'accusa, ammettendo di essersi scagliato contro i vicini perché ubriaco e perché nel suo animo era allora in corso un'"eruzione di odio", provocata dalla sua incapacità di avanzare di livello a quel videogioco.