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La Polonia ha avviato la costruzione di una nuova recinzione alla frontiera con la Bielorussia, mediante cui intende ostacolare l'ingresso di migranti irregolari, dopo la crisi dello scorso anno con Minsk. L’annuncio è del portavoce delle guardie di confine polacche, la capitana Krystyna Jakimik-Jarosz.
La realizzazione della barriera era stata annunciata dall'esecutivo a novembre 2021. "I servizi bielorussi non aspettano altro per mandarci gruppi di migranti", ha spiegato la capitana Krystyna Jakimik-Jarosz.
Polonia, Lituania e Lettonia negli ultimi mesi hanno registrato un aumento del flusso di immigrati clandestini che cercano di entrare nell'Ue attraverso la Bielorussia. L'Unione europea accusa Minsk di aver provocato ad hoc il caos ai confini della Ue, come ritorsione alle sanzioni imposte da Bruxelles al regime di Aleksandr Lukashenko. Gli Stati limitrofi e la Commissione europea hanno accusato le autorità bielorusse di "guerra ibrida".
Con una lunghezza prevista di 186 chilometri, la recinzione metallica avrà un'altezza di 5,5 metri e sarà equipaggiata con telecamere e rilevatori di movimento. L'esecutivo di Morawiecki ha stanziato investimenti senza precedenti: 1,6 miliardi di zloty, pari a oltre 350 milioni di euro.
Un'opera che l'opposizione attacca, definendola senza mezzi termini "il muro della vergogna". "Spero in una nuova Norimberga per tutti coloro che hanno permesso la morte dei profughi" ha detto alla Gazeta Wyborcza, ricordando le decine di persone decedute per il freddo, la fame o lo sfinimento di fronte ai respingimenti alla frontiera. Un flusso continuo di uomini, donne e bambini che, a piedi, sognano di raggiungere l'Europa, attraversando boschi, paludi e il fiume che separa i due Stati.
Non sono d'accordo con la costruzione neanche scienziati e ambientalisti legati alla Foresta di Bielowieza, che si trova esattamente sul confine e che dovrebbe ora essere divisa dal muro. Riserva unica e particolare, è popolata da bisonti e altri animali: 152 mila chilometri quadrati, 62 mila dei quali appartengono alla Polonia. Vi è anche il timore che un intervento del genere possa far cancellare la Foresta dall'elenco dei patrimoni dell'Unesco.