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Hamas ha espresso la disponibilità a un accordo che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi ancora detenuti nella Striscia di Gaza, in cambio di una tregua quinquennale con Israele. Un funzionario del movimento islamista, parlando in anonimato all'AFP, ha dichiarato: "Hamas è pronto per uno scambio di prigionieri in un'unica operazione e in cambio di una tregua di cinque anni". Questa dichiarazione precede l'arrivo di una delegazione di Hamas al Cairo per colloqui con i mediatori egiziani.
Secondo fonti citate da Al Jazeera, la delegazione di Hamas si recherà oggi al Cairo per discutere un possibile cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. L'Egitto avrebbe trasmesso al gruppo le parti modificate della bozza di accordo, riguardanti in particolare il valico di Rafah e il corridoio Filadelfia, la zona cuscinetto tra Gaza e il deserto egiziano.
In precedenza, Hamas aveva accettato di liberare alcuni ostaggi vivi in cambio di un'estensione di due mesi della prima fase del cessate il fuoco a Gaza. Secondo la rete saudita Al Hadath, i recenti progressi nei negoziati al Cairo hanno portato Israele a inviare una squadra negoziale in Qatar per ulteriori colloqui.
Le trattative sono parte di un più ampio sforzo internazionale, con il coinvolgimento di Stati Uniti, Egitto e Qatar, per porre fine al conflitto in corso e facilitare la ricostruzione della Striscia di Gaza. La proposta iniziale prevedeva un armistizio in tre fasi, iniziato con un cessate il fuoco di sei settimane, il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi, la fine della guerra, il ritiro di Israele dalla Striscia e un piano di ricostruzione della durata di tre-cinque anni.
Tuttavia, persistono divergenze tra le parti. Israele insiste sulla necessità di eliminare completamente Hamas, mentre il movimento islamista chiede la fine dell'aggressione, il ritiro totale delle forze israeliane da Gaza, il ritorno degli sfollati alle loro case e la fine del blocco.
Le negoziazioni continuano, con la speranza di raggiungere un accordo che possa porre fine alle ostilità e alleviare la crisi umanitaria nella regione.