La prima "aurora globale" in decenni, uno spettacolo da togliere il fiato che è stato ammirato in tutto il pianeta, dal Nord Europa all'Italia centrale, dagli Stati Uniti alla Tasmania.

L’aurora boreale e australe che ha tinto il cielo di viola continuerà a imperversare durante il fine settimana, con pericoli potenziali per i satelliti e anche per le reti elettriche, disturbando le trasmissioni radio e perfino l'orientamento degli uccelli. Dove il cielo era sereno, molti hanno goduto dello spettacolo e milioni di foto di cieli con cortine ondeggianti in rosa, viola o verde hanno invaso i social di tutto il globo.

Nel Nord America il fenomeno è stato visibile anche in Stati Usa meridionali, come l'Alabama e la California. In Europa, fra gli altri Paesi anche la Slovacchia, la Svizzera, la Spagna e la Polonia e l'Italia, in particolare nelle zone alpine, ma anche sull'Appennino, fino all'Abruzzo e all'Umbria, oltre ai consueti Paesi nordici, che sono avvezzi al fenomeno anche se tipicamente invernale.

Una tempesta solare è una violenta emissione di plasma, cioè particelle fortemente cariche dalla fotosfera del Sole in una direzione, che viaggiano alla velocità della luce. Entrando a contatto con il campo magnetico della Terra, le particelle espulse dal Sole caricano di energia gli strati alti dell'atmosfera.

Di conseguenza le onde radio che viaggiano in queste zone perdono energia a causa di collisioni più frequenti con gli elettroni, e ciò ne causa il degrado o anche il completo assorbimento. La tempesta solare, classificata come "estremamente potente", o di livello G4 su una scala di 5 dal Noaa, l'agenzia meteo e spaziale statunitense, è stata espulsa da un gruppo di macchie solari il cui diametro complessivo è di 17 volte quello della Terra terrestre, ed è frutto di un ciclo di iperattività solare di 11 anni che ha raggiunto il suo picco.

Il plasma espulso dal Sole ha percorso circa 150 milioni di chilometri a una velocità molto inferiore a quella della luce (osservata dal normale irradiamento solare), pari a circa 800 chilometri al secondo, raggiungendo gli strati alti della nostra atmosfera intorno alle 18 italiane di venerdì. Quasi ovunque sono state prese misure precauzionali per i disturbi causati dalla tempesta elettromagnetica. A cominciare dallo spazio, dove solo la rete Starlink di Elon Musk ha in orbita bassa 5.000 satelliti. "I satelliti Starlink sono sotto forte pressione, ma finora stanno tenendo", ha scritto sul suo social X lo stesso Musk. E gli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale hanno ricevuto istruzioni dalla Nasa di rifugiarsi nei locali più interni, più al riparo dalle radiazioni solari.

L'ultimo potente, abnorme bombardamento di plasma solare risale all'ottobre 2003, la cosiddetta Tempesta di Halloween, che causò blackout in Svezia e gravi danni alla rete elettrica sudafricana, nell'emisfero opposto. Anche se la più potente mai registrata dall'uomo fu il cosiddetto Carrington Event, dal nome dell'astronomo britannico Richard C. Carrington, esperto di osservazioni solari, nel settembre del 1859.