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Una storia che ricorda quella di Alfredino Rampi e delle notti di Vermicino: si torna indietro a quelle giornate di giugno del 1981, alle porte di Roma, con la prima grande diretta tv che tenne sveglia l'Italia del presidente Pertini.
Il piccolo Ryan ha 5 anni, era sparito martedì pomeriggio. Stava giocando nei campi, vicino a casa, nel borgo di Tamrout, vicino a Chefchauen, a nord del Marocco. Il padre lo teneva d'occhio ma all'improvviso non lo ha visto più. Inghiottito dal pozzo ormai prosciugato che proprio il padre, contadino, aveva coperto con legna e plastica. Un volo di 32 metri tra pareti strette venti centimetri che in qualche modo hanno frenato lo schianto. Poi l'intervento dei vicini, nel giro di poco l'intero villaggio si è mobilitato, convinti di potercela fare da soli.
Le operazioni di recupero si sono rivelate difficili perché sui monti del Rif la terra è dura. Proprio come Angelo Licheri che disperatamente tentò di salvare Alfredino, Hamid si è calato a mani nude e ha provato a mettere in salvo il bambino. Ryan parlava e chiedeva della mamma. Falliti tutti i tentativi di recupero, anche quelli di due speleologi professionisti, i soccorritori hanno quindi deciso di scavare accanto al pozzo per creare poi un tunnel di raccordo e raggiungere il bambino.
Imad Fahmi, della squadra dei soccorritori è quello che si è avvicinato di più, scendendo fino a 25 metri. Lo ha sentito respirare e piangere, ma non è riuscito a scendere oltre. Intanto si scavava senza sosta, notte e giorno. Le immagini che le telecamere dei soccorritori sono riuscite a riprendere mostrava Ryan accovacciato nel fango. Un'onda emotiva travolge il web. Dopo due giorni e due notti di lavoro senza sosta, a 48 ore dalla caduta di Ryan, si è aperto uno spiraglio di ottimismo. "Siamo a oltre 22 metri di profondità, dovremmo farcela nelle prossime ore", ha detto il capo squadra. L'ambulanza sul posto, l'elicottero poco distante. In tarda serata le ruspe sono ferme, si scava la galleria sotterranea e Ryan è a un soffio dalla luce.