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Un mini abito nero di seta, corto, scollato e decisamente audace con una appariscente collana di perle e un paio di scarpe con il tacco nere.
Non fu certo un outfit scelto a caso quello che indossò la principessa Diana Spencer una sera di fine giugno 1994 al golden party di Londra, proprio la sessa sera in cui l’allora marito, il principe Carlo, ammise pubblicamente di averla tradita con Camilla, che poi divenne la sua attuale moglie.
La principessa rinunciò a indossare un abito già precedentemente selezionato per il vestito che poi è stato chiamato “revenge dress”, ossia “il vestito della vendetta”.
Nulla di scandaloso, certo, ma vederlo indossato da una personalità della Royal family, mostrando così tanto del corpo, fece sì che Diana potesse richiamare a sé la narrativa del tradimento.
Quell’outfit esprimeva sicurezza e libertà, fu come uno schiaffo morale verso il marito, con cui era già in crisi, e verso tutto il sistema presso cui aveva sempre mostrato ribellione, creando un vero e proprio personaggio alternativo e seguitissimo dai media.
Proprio per questo, il giorno dopo, le foto di Diana sorridente con il tubino nero erano su tutti i giornali, superando si gran lunga il gossip sul tradimento di Carlo.