Si chiama "Bier Partei" e, dopo essere nato come progetto satirico, ora è in corsa alle elezioni che si terranno il 9 ottobre in Austria. Un “movimento birrocratico” - così si definiscono - che intende instaurare una “birrocrazia” nella quale il potere viene dalla birra. Tante le proposte: la creazione di una fontana di birra nel centro storico di Vienna, l’abolizione della tassa sulle bevande nei bar e ristoranti e la fornitura universale mensile di un barile di birra a tutte le famiglie austriache (50 litri per adulto e 20 litri per bambino).

Ad oggi, grazie alle campagne online, il movimento conta circa mille tesserati. Nel 2020, in seguito alle elezioni comunali, 11 membri del partito (tra cui lo stesso fondatore) sono riusciti a diventare consiglieri distrettuali a Vienna, ottenendo l’1,8% delle preferenze. Dominik Wlazny, in arte Marco Pogo, leader de partito e medico praticante prima della carriera politica, ha dichiarato all’AFP: "La birra è una cosa fantastica. Ma in realtà si tratta di capire come ci si può impegnare, e non è necessario essere un bevitore di birra per farlo".

Ma le proposte non si fermano soltanto alla bevanda. Il programma prevede infatti l’instaurazione dei test attitudinali obbligatori per i politici, l’implemento degli aiuti di Stato per salvare la scena culturale e l'aumento all'affluenza alle urne permettendo agli elettori di "restituire alla politica austriaca la serietà che merita". Secondo i sondaggi il "Bier Partei" otterrebbe il 5%, contro il 60% del presidente in carica Van der Bellen.