Diciotto anni fa Sammy Woodhouse, quando aveva appena 15 anni, rimase incinta dopo aver subito uno stupro da un pedofilo. Da quella violenza nacque un bambino che decise comunque di tenere e che in questi anni è cresciuto solo con lei nel South Yorkshire, in Inghilterra.

L’uomo che violentò Sammy, Arshid Mad Ash Hussain di 43 anni, è in carcere a scontare una pena di 35 anni di prigione perché ritenuto colpevole di 23 reati, tra cui lo stupro e l’aggressione di bambine di 11 anni. Faceva parte di una gang di sei pedofili condannati per aver abusato di oltre 50 vittime.

Ma l’ennesimo caso si giustizia paradossale raccontato dal Times e da diversi social, mostra come quest’uomo qualche tempo fa sia stato contattato dai servizi sociali di Rotherham per informarlo che volendo poteva vedere il figlio nato dalla violenza a Sammy Woodhouse, pur non comparendo sul certificato di nascita del ragazzo e non avendo mai avuto nessuna responsabilità genitoriale nei suoi confronti.

Sammy Woodhouse ha deciso di rinunciare al suo anonimato e denunciare quello che stava succedendo, lanciando una petizione e, insieme ad alcuni parlamentari, si sta battendo per ottenere dal Governo una modifica di quelle leggi che permettono agli stupratori di incontrare i bambini nati dalle violenze.

Secondo  la legge inglese, i padri biologici non sposati con la madre del figlio o che non compaiono nel certificato di nascita possono acquisire la potestà genitoriale attraverso una domanda giudiziaria.

Sammy Woodhouse ha twittato: “Il Consiglio di Rotherham ha invitato Hussain a chiedere i diritti di padre su mio figlio, anche se è già stato dimostrato in tribunale che quell’uomo rappresenta un pericolo per me e anche per i bambini”.

Il Consiglio ha risposto di aver seguito le regole, anche dopo che il ministero di Giustizia ha chiesto una deroga, tenendo conto di chi fosse il padre del ragazzo e di che crimini si sia macchiato.