PHOTO
Uno sguardo vispo, un sorriso felice, le treccine sbarazzine e un grazioso abitino bianco da cerimonia: così è ritratta Loujin, nella foto profilo della sua mamma su Whatsapp. Aveva 4 anni, era una bambina bellissima, amata dai suoi genitori e parenti, e ora non c’è più.
Questo sorriso birichino e gli occhi pieni di gioia sono stati violentemente cancellati in modo orribile dall’indifferenza di chi avrebbe potuto far qualcosa per aiutarla, ma è rimasto voltato dall’altra parte.
Questa splendida bimba è morta di sete durante la notte dell’8 settembre nel Mediterraneo, al largo delle coste maltesi, dove la sua famiglia siriana e rifugiata in Libano si trovava per raggiungere la tanto agognata Europa in cerca di una vita migliore.
Come ha riportato La Stampa, il barchino su cui viaggiavano 60 migranti era partito dal Libano a inizio settembre per dirigersi verso l’Italia, ma ormai da circa 10 giorni i motori non funzionavano più e lo scafo aveva cominciato a imbarcare acqua.
Dal barchino era stato mandato un Sos attraverso un telefono satellite, il quale è stato poi rilanciato da Nawal Soufi, attivista catanese di origini marocchine che si occupa di salvataggi in mare.
Al grido di aiuto aveva risposto l’autorità di La Valletta, assicurando l’attivista che c’era una nave in avvicinamento: “Mi è stato detto che il salvataggio era solo questione di tempo” sono state le parole di Soufi a La Stampa, ma quella nave non è mai arrivata.
“Datemi una goccia d’acqua, per favore” sono state le ultime parole di Loujin sussurrate ai genitori, ancora sotto choc: “Avete idea cosa significhi per un genitore vedere una figlia morire in questo modo atroce?” ha affermato tra le lacrime il padre.
Secondo quanto riporta Fanpage, non è stato un singolo grido di aiuto quello lanciato tramite il satellitare, ma i poveri migranti hanno chiesto soccorso anche ai tanti mercantili di passaggio che puntualmente hanno tirato dritto. Come se vedere una barca con 60 persone in difficoltà tra cui diversi bambini sia normalità.
Loujin è morta nella più totale indifferenza tra atroci sofferenze tra le braccia di quei poveri genitori che avrebbero voluto per lei una vita migliore, come se il suo flebile pianto senza forze fosse stata una scocciatura per chi invece avrebbe potuto e dovuto aiutarli.
La morte è arrivata prima di qualunque soccorso e se questa atrocità è diventata “normalità” forse siamo arrivati davvero alla fine del mondo, non del pianeta (quello sta morendo piano piano purtroppo), ma dell’umanità, di quell’empatia che diminuisce anno per anno, mese per mese, in una società ormai accecata dall’individualismo, dall’egoismo e dall’indifferenza. E' davvero questo il mondo che abbiamo creato e in cui vogliamo che crescano i nostri figli e nipoti?