Era l’1 .20 del mattino, ora locale, quando decine di missili provenienti dall’Iran hanno colpito le basi militari di Ayn al-Asad e di Erbil in Iraq. Entrambe ospitano personale americano e della coalizione internazionale anti-Isis. A Erbil ha sede anche il contingente italiano, rimasto illeso.

Subito dopo l'attacco i caccia Usa si sarebbero sollevati in volo sulla Siria mentre i caccia iraniani sorvolavano l'Iraq. La televisione di Stato iraniana ha parlato di "80 terroristi americani" uccisi. Per i media Usa "le 80 vittime sono tutte irachene".

Per il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif, l'attacco dell'Iran è stato condotto per legittima difesa contro l'"attacco terroristico" che ha portato all'uccisione del generale Qassem Soleimani. Il presidente americano Donald Trump ha riunito il consiglio di sicurezza nazionale. "Va tutto bene - scrive poi in un tweet -! Missili lanciati dall’Iran a due basi militari in Iraq. Stiamo facendo una ricognizione dei danni e delle vittime in queste ore. Finora va bene! Abbiamo le truppe più forti e meglio equipaggiate al mondo! Rilascerò una dichiarazione in mattinata".

L’attacco è stato rivendicato immediatamente dalle guardie della Rivoluzione islamica che parlano di operazione "Soleimani Martire". I Pasdaran hanno dichiarato che se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio, Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite. Le autorità iraniane hanno intimato al presidente Trump di ritirare le truppe Usa dalla regione.