Ieri pomeriggio, all’Assemblea Generale dell’Onu, l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite ha voluto leggere al mondo intero uno screenshot di una chat rintracciata sullo smartphone di un soldato russo morto in battaglia.

“Ciao, come stai? E’ passato tanto tempo dalla tua ultima risposta Stai facendo le esercitazioni?” queste le parole della madre che mirano dritte al cuore di ognuno di noi.

La risposta del figlio ha una potenza emotiva sconvolgente, non avremmo mai immaginato di poter arrivare a tanto: “Mamma, non sono più in Crimea. Sono in Ucraina, c’è una guerra vera qui. Bombardiamo tutte le città e attacchiamo anche i civili”, risponde il figlio. “Ci avevano detto che ci avrebbero accolto a braccia aperte. E invece si gettano sotto i cingolati dei nostri carri e ci chiamano fascisti”.

“Mamma, ho paura. È difficile...” sono le ultime parole di un combattente di una guerra assurda. Kyslytsya confermerà che quel soldato è morto in Ucraina subito dopo quelle parole alla madre… in una chat sul telefono cellulare.