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Con l’uso prolungato delle mascherine molte persone stanno accusando una serie di problemi alla palle del viso. C’è il rischio di dover avere a che fare con irritazioni, funghi e dermatiti. Se da un lato è obbligatorio indossarle, dall’altro si stanno scoprendo gli effetti collaterali di un utilizzo prolungato: mantenere il naso e la bocca coperti dalle mascherine per un periodo di tempo più o meno lungo, infatti, può scatenare eruzioni cutanee, funghi nel cavo orale (per esempio candida) e persino acne.
In un articolo apparso su Forbes, i dermatologi americani dell’University of Huddersfield’s Institute of Skin Integrity and Infection Prevention sostengono che il problema risiede nella natura occlusiva della stessa mascherina protettiva.
Proteggere il viso con una maschera crea un ambiente caldo e umido per la pelle, mentre il respiro viene a sua volta intrappolato. Questo può portare a un accumulo di sudore e olio sulla pelle sotto la maschera, che può portare a infiammazioni ed eruzioni cutanee. E non solo.
I materiali con cui vengono fatte le mascherine sono per lo più il poliestere e il cosiddetto tessuto non tessuto o Tnt. Qualunque tipo si indossi, tuttavia, una volta messa sul viso lo scambio tra l’aria calda e umida della respirazione e l’aria esterna crea una condensa e un aumento dell’umidità. È per questo che averle in volto per lungo tempo fa sì che la pelle dell’area intono alla bocca e al naso si adatti all’ambiente caldo umido. E poi c’è anche un continuo sfregamento con la mascherina stessa.
La pelle grassa, per esempio, è suscettibile all’irritazione, la pelle troppo secca può portare a una maggiore infiammazione e a desquamazioni e fessure. Inoltre, le maschere possono intrappolare il calore, causando una maggiore umidità e aumentando la fragilità comunque della pelle. La stessa umidità che produce il nostro stesso respiro in uno spazio così ristretto può provocare, inoltre, anche un fungo in bocca.