Ballano e cantano con allegria sulla canzone di Claudio Cecchetto, “Gioca Juer”, che negli anni 80 ha spopolato nel mondo.
Nulla di strano se non fosse che a diversi sono stati dei medici legali mentre si svolgeva l’autopsia su un vero cadavere durante, pare, un corso nazionale della Società Italiana di Medicina Legale all’estero. Il video della singolare esibizione ha fatto il giro del web provocando non poche discussioni.
Alcuni medici legali si sono dissociati annunciando di voler chiedere dei provvedimenti disciplinari da parte del ministro della Salute.
"Abbiamo appreso queste notizie questa mattina dai media - sottolinea, come riporta Adnkronos, Franco Marozzi, vicepresidente e responsabile comunicazione della Simla - e non solo esprimiamo il nostro dissenso, ma oggi stesso prenderemo posizioni ufficiali. Oggi tutto il direttivo Simla è a Roma per la Consensus Conference relativa alla valutazione medico-legale delle menomazioni all'integrità psico-fisica comprese tra 10 e 100 punti di invalidità permanente, e approfitteremo di questa singolare coincidenza per affrontare la questione".
"Apprendo con sconcerto dagli organi di stampa della diffusione illegale di un video effettuato durante una esercitazione anatomica all'estero e che fa riferimento impropriamente ai lavori preparatori di una sessione del Convegno nazionale della Società italiana di medicina legale dal titolo 'Live autopsy' e della cui sessione sono responsabile. A differenza di quanto erroneamente riportato, il video, illegalmente diffuso, è stato realizzato in una pausa di una esercitazione anatomica all'estero su corpi donati a fini di studio e formazione e quindi assolutamente avulso dal contesto professionale medico legale. Non era una autopsia giudiziaria né un riscontro diagnostico". Afferma invece, come informa Adnkronos,  Cristoforo Pomara, professore ordinario di Medicina legale dell'università di Catania, che affida a 'Cataniatoday' la sua posizione sul caso.
Secondo Pomara, il video in cui i medici ballano il "Gioca Jouer" "riprende un momento distensivo comunque necessario a stemperare la tensione derivante dalle delicatissime attività formative che si stavano svolgendo".
"Mai, lo ribadisco a nome mio e di tutti i presenti - assicura Pomara  - c'è stata la volontà da parte di alcuno di noi di mancare di rispetto. Quel rispetto che invece è mancato a chi ha diffuso il video in spregio ad ogni principio di riservatezza e che per questo dovrà rendere conto innanzi al l'autorità giudiziaria e, ove si tratti di un medico o di un accademico, anche agli organi disciplinari competenti. A tal fine ho dato specifico mandato al mio avvocato".
Durante il corso "si è lavorato per una settimana a tecniche di dissezione difficilissime - sottolinea - anche più di 12 ore al giorno dalla mattina alla sera tardi in sala anatomica per sfruttare al massimo il tempo previsto per le attività. Tali sforzi non possono essere mortificati da pochi secondi di un video", che è stato "realizzato in una pausa necessaria, lo ribadisco, da un punto di vista didattico, dopo 7 ore di sezioni anatomiche difficilissime che hanno richiesto una concentrazione enorme. Non voglio tergiversare e non posso che scusarmi a nome mio e di tutti i presenti - ripete Pomara - non tanto per l'accaduto, ma per il fatto che lo stesso sia stato diffuso illegalmente e dato in pasto ai social e ai media in maniera tale da potere ingenerare forse qualche turbamento".