Si era convinto di avere un conto aperto con quella donna che troppe volte parcheggiava l'auto in divieto di sosta per andare a prendere la figlia a scuola.

E dopo aver litigato con lei a più riprese nel giro di un paio di anni e dopo averla riempita di multe, un giorno ha deciso di accompagnare l'ennesima contravvenzione con uno sfacciato dito medio alzato, con un inseguimento per le vie di Milano e una raffica di insulti.

Per questo accanimento, che non aveva nulla di professionale ma molto di morboso, un vigile urbano è stato arrestato con le accuse di violenza privata, ingiuria e minacce. Il 'ghisa', 40 anni e con una sfilza di richiami disciplinari alle spalle per diverbi e liti con automobilisti, è finito stamattina agli arresti domiciliari su ordine del gip di Milano Maria Cristina Mannocci nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Cerrato e dal pm Tiziana Siciliano e condotta dagli agenti della polizia locale.

Il 24 settembre dello scorso anno, la donna ha parcheggiato in divieto di sosta in via Emilio De Marchi, come faceva spesso, per andare a prendere la figlia a scuola e mentre tornava alla macchina ha notato che le avevano fatto ancora una volta la multa. Ha subito riconosciuto un uomo che la fissava ed era appoggiato a un muretto, anche se era in borghese: era quel vigile che la tormentava ormai da anni.

Già nel gennaio 2011, infatti, tra la donna e il vigile c'erano state delle discussioni e delle liti sempre davanti alla scuola e lei l'aveva denunciato per lesioni. In quell'occasione, infatti, lui le aveva anche strappato dalle mani le chiavi dell'auto e mentre lei attendeva l'arrivo della polizia se ne era andato dicendole: "La polizia sono io".

Quella mattina di settembre, invece, il vigile, che non era in servizio, ha chiamato i colleghi per farla multare e poi si è piazzato a distanza a godersi la scena e quando ha incrociato lo sguardo della donna le ha mostrato, come si legge nell'ordinanza, il "dito medio". Non contento, l'uomo ha iniziato a inseguirla in bici mentre lei si allontanava in macchina con la figlia. La signora spaventata per "avere protezione" si è fermata e si è diretta verso un'autofficina insieme alla bambina, mentre il vigile le gridava "brutta p...., brutta t....".

E ancora, prima di andarsene: "Io non ho paura di nessuno, te la farò pagare". Insulto accompagnato "ancora una volta" dal dito medio alzato. A quel punto, la donna ha deciso di andare a sporgere denuncia alla polizia locale e, "circostanza singolare" come scrive lo stesso gip, il giorno dopo ha trovato le ruote della sua auto tagliate e il cofano rigato. Fatto questo non contestato nell'ordinanza, ma su cui ovviamente ci sono dei sospetti da parte degli inquirenti. Il giudice sottolinea come il vigile sia una "persona con seri problemi di relazione con le persone che a torto o a ragione gli si contrappongono".

Dalle indagini, tra l'altro, è emerso che aveva già subito in passato una serie di provvedimenti disciplinari e che nel 2009 era stato condannato per calunnia per un diverbio in strada. Ed era stato anche trasferito dal Comune di Agrate Brianza dove lavorava per le "difficoltà relazionali" e la "scarsa propensione all'incarico assegnatogli". Inoltre, aveva anche subito un addebito disciplinare perché girava con una rivista ('Pride') bene in mostra sul cruscotto dell'auto di servizio, spiegando che lo faceva "al fine di combattere l'omofobia".

Un quadro che ha portato alla misura degli arresti domiciliari per il pericolo di reiterazione di "delitti della stessa specie", come dimostra "tutta la storia personale e professionale" del vigile, favorita dal suo "ruolo" e dai suoi "poteri" che si concretizzano in "abusi" con atteggiamenti "arroganti".