Il regista, sceneggiatore, montatore e critico cinematografico francese Jean-Luc Godard, fra i più significativi registi della seconda metà del novecento, è morto oggi a 91 anni.

Fu il maestro della Nouvelle Vague, il movimento cinematografico che ha rivoluzionato il cinema alla fine degli anni ‘50 e ‘60. A dare la notizia è stato il quotidiano parigino Libèration. Ormai da anni non si mostrava in pubblico, schivava le cerimonie ufficiali, non accompagnava i suoi film, evitava perfino di ritirare i premi.

Nato a Parigi il 3 dicembre 1930 in una famiglia borghese protestante di origine svizzera, Godard si è sempre contraddistinto per la sua produzione attenta alle forme espressive e al contenuto ideologico, schierandosi contro il capitalismo e la cultura di massa ma soprattutto contro il cinema dei padri che attaccò prima come critico, poi come cineasta e agitatore politico.

Oltre 150 le sue opere tra film e video. Fra i più celebri À bout de souffle (Fino all'ultimo respiro) del 1961 con Jean Paul Belmondo e Jean Seberg, considerato il manifesto della Nouvelle Vague.

Godard è stato un punto di riferimento per i giovani cineasti degli anni Sessanta, rappresentando un segno di demarcazione fra epoche e culture della storia del cinema.