PHOTO
He Jiankui è un ricercatore cinese che pochi giorni fa ha scosso l’intera comunità scientifica, e non solo, dopo aver comunicato durante l'International Summit on Human Genome Editing in corso a Hong Kong, di aver contribuito alla nascita di due gemelle con Dna alterato.
Alle due bimbe, nate da padre Hiv – positivo, lo scienziato avrebbe modificato il patrimonio genetico. E nell’esperimento erano state coinvolte altre otto coppie di volontari, con padri sieropositivi e madri sieronegative, che avevano firmato il consenso per la sperimentazione. He Jiankui ha affermato di aver sospeso le sperimentazioni, ma allo stesso tempo ha comunicato che c’è già una seconda gravidanza "ai primissimi stadi" con embrioni con il Dna modificato.
Ma dopo la comunicazione della seconda gravidanza ha detto: "Devo presentare le mie scuse per la diffusione inaspettata dei risultati". Le sue affermazioni, infatti, avevano provocato dure reazioni da parte della comunità scientifica cinese e l'apertura di indagini da parte della Commissione Nazionale per la Sanità e del ministero della Scienza e della Tecnologia di Pechino.
Durante il suo intervento allo Human Genome Editing Summit, He Jiankui ha anche spiegato le varie fasi del test, iniziato con delle prove sugli animali alcuni anni fa, e ha rivelato che "lo studio è stato sottoposto a una rivista scientifica per la revisione", senza però specificare quale. E ha voluto confermare che la Southern University of Science and Technologi di Shenzhen, nel sud-est della Cina, dove lavorava fino a febbraio 2018, prima dell'inizio del congedo non pagato, non era al corrente dello studio che stava conducendo. Di cui, però, si è detto "fiero", perché ritiene possa proteggere le due piccole dal contrarre il virus dell'Hiv, che provoca l'Aids.
L'annuncio, dato domenica scorsa con un video su YouTube ripreso dalla rivista del Mit Technology Review, e la metodologia applicata dal ricercatore, nota in campo medico come Crispr-Cas9 per l'alterazione del Dna, hanno suscitato proteste in tutto il mondo, a partire dalla stessa Cina, dove oltre 120 scienziati hanno firmato una lettera in cui si definisce l'esperimento 'una follia' e la National Health Commission ha aperto una inchiesta ufficiale. Il vice ministro del ministero della Scienza, Xu Nanping, si è detto "scioccato" dalle affermazioni dello scienziato, ribadendo che esperimenti di questo tipo sarebbero vietati in Cina dal 2003.