"Ho chiesto al direttore sanitario di verificare con il Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato il neonato, se vi siano le condizioni sanitarie per un eventuale trasferimento di Charlie presso il nostro ospedale. Sappiamo che il caso è disperato e che, a quanto risulta, non vi sono terapie efficaci".

Sono queste le parole della presidente dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Mariella Enoc. 

Anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è fatto avanti per offrire un aiuto al piccolo Charlie Gard, il bimbo affetto da sindrome da deplezione del DNA mitocondriale, una malattia molto rara e degenerativa, 16 i casi in tutto il mondo.

"Se possiamo aiutare il piccolo #CharlieGard, come i nostri amici in Gb e il papa, saremmo felici di farlo", ha scritto su Twitter Trump che non ha parlato direttamente con i familiari del bimbo per evitare si esercitare pressioni: "Il Presidente non ha parlato direttamente con i familiari del bimbo perché non vuole esercitare pressione in alcun modo - ha spiegato un portavoce della Casa Bianca - ma membri dell'amministrazione hanno contatti facilitati dal governo britannico".