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Un colpo di stato volto a impedire il ritorno al potere del suo successore Lula alle elezioni del 2022: sono le accuse rivolte all'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. La procura ha confermato con un comunicato l'incriminazione dell'ex leader di estrema destra (2019-2022) e di altri 33 indagati "accusati di incitamento e compimento di atti contrari ai tre poteri e allo Stato di diritto democratico".
La palla passa alla Corte Suprema, che adesso dovrà decidere se processarlo. Bolsonaro è stato incriminato per presunti piani di "colpo di stato", "tentativo di abolizione violenta dello stato di diritto democratico" e "organizzazione criminale armata". In caso di processo, l'ex Capo di Stato rischierebbe una condanna dai 12 ai 40 anni di carcere.
Secondo l'accusa, questa presunta cospirazione "era guidata dal presidente Bolsonaro e dal suo candidato alla vicepresidenza Walter Braga Netto che, alleati con altri individui, civili e militari, hanno tentato di impedire, in modo coordinato, l'applicazione del risultato delle elezioni presidenziali del 2022".
Pronta la risposta dell'ex leader verdeoro, tramite una smentita diffusa sui social: "La difesa del Presidente Jair Bolsonaro accoglie con sgomento e indignazione la denuncia della Procura Generale della Repubblica, divulgata oggi dai media, per una presunta partecipazione a un presunto colpo di Stato. Il Presidente non ha mai aderito a nessun movimento volto alla destrutturazione dello Stato Democratico di Diritto o delle istituzioni che lo sostengono", si legge.
"Nonostante quasi due anni di indagini, periodo in cui è stato oggetto di approfondite investigazioni, ampiamente supportate da misure cautelari di natura invasiva, comprendendo persino la custodia preventiva di stretti sostenitori, non è stato trovato alcun elemento che collegasse minimamente il Presidente alla narrazione costruita nell’accusa - prosegue la difesa -. Non esiste alcun messaggio del Presidente della Repubblica che possa sostenere l’accusa, nonostante la vera e propria perquisizione effettuata sui suoi telefoni personali".
"L’infondata denuncia arriva al punto di attribuirgli la partecipazione a piani tra loro contraddittori, basandosi su un’unica delazione premiata, più volte modificata, da un collaboratore che mette in discussione la propria volontarietà. Non a caso, ha cambiato la sua versione innumerevoli volte per costruire una narrazione fantasiosa. Il Presidente Jair Bolsonaro confida nella Giustizia e, pertanto, crede che questa denuncia non avrà seguito a causa della sua inconsistenza, incoerenza e mancanza di fatti veritieri che la possano sostenere davanti alla Magistratura, conclude.