Brusco risvelgio per il popolo russo, che si ritrova a dover fronteggiare una nuova emergenza di carattere bellico dopo che il capo della brigata Wagner, Evgeny Prigozhin, ha dichiarato ufficialmente guerra ai vertici militari di Mosca, lanciando un appello a "fermare" i capi delle forze armate russi dopo aver accusato le truppe regolari di aver bombardato gli accampamenti dei suoi combattenti, su ordine del ministro della Difesa Sergei Shoigu.

"Siamo in 25.000", ha dichiarato il leader dei miliziani invitando i russi, in particolare i soldati, a unirsi alla loro marcia e a non opporre resistenza in quello che "non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia".

Il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto in tv parlando al Paese a reti unificate, sostenendo che la Russia sta combattendo "la battaglia più dura per il suo futuro". "L'ammutinamento armato della Wagner - ha dichiarato Putin - è stata una pugnalata alle spalle per la Russia". Il leader del Cremlino ha definito la ribellione tradimento e ha annunciato punizioni per chiunque abbia preso le armi contro l’esercito russo. Ha spiegato poi che farà di tutto per proteggere la Russia e che le forze armate "hanno ricevuto gli ordini necessari e saranno intraprese azioni decisive per stabilizzare la situazione".

"Farò tutto il possibile per difendere il mio Paese - ha aggiunto Putin -. E coloro che hanno organizzato una ribellione armata saranno ritenuti responsabili. A coloro che sono stati coinvolti in questo chiedo di fermare le vostre azioni criminali. Gli interessi personali hanno portato al tradimento del nostro Paese e alla causa che le nostre forze armate stanno combattendo".