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La guerra in Ucraina continua a portare conseguenze che sembrano senza ritorno per tutto il mondo. Le immagini dei civili e dei soldati con i volti insanguinati o delle persone che con i trolley abbandonano le proprie case e città per nuove vite, dei bombardamenti su appartamenti e ospedali, non potremmo mai dimenticarle.
Anche chi non vive la guerra direttamente ne percepisce gli effetti: dai supermercati saccheggiati alla paura del futuro, gli aumenti dei prezzi e il terrore di perdere il lavoro.
Negli ultimi giorni ha fatto molto discutere la decisione della Russia di bandire dal Paese il gruppo Meta, e quindi i social Facebook e Instagram. Gli influencer che lavorano solo attraverso questi canali di condivisione hanno postato storie e post allarmanti, dove tra le lacrime e la disperazione commentavano lo switch off del 14 marzo.
La decisione della Russia è infatti un problema per chi ha come fonte di guadagno primaria le sponsorizzazioni e ha avuto come ulteriore conseguenza la scelta di Meta di allentare le restrizioni sulla censura, "A causa dell'invasione russa dell'Ucraina, siamo indulgenti con espressioni politiche come ‘morte agli invasori russi, che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti" ha spiegato il portavoce di Meta, Andy Stone. Ciò portato il governo russo alla drastica presa di posizione dopo che aveva chiesto anche l'intervento della Casa Bianca.
Ieri la Duma, ovvero la camera bassa del parlamento russo, ha anche chiuso i suoi account su Instagram, Facebook e Twitter. La decisione è stata presa dal presidente del parlamento russo Vyacheslav Volodin. "Chiaramente, non lo lasceremo passare. Roskomnadzor (l'agenzia russa per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa, ndr) ha tutti gli strumenti necessari per porre fine a tali azioni illegali - ha dichiarato Sergei Boyarsky, primo vicepresidente del Comitato della Duma di Stato per la politica dell'informazione - Occorre proteggere la Russia dall'estremismo e Meta è estremista oggi".
Su Twitter divampano i video degli influencer russi disperati. "Se pensate che Instagram sia solo una fonte di guadagno vi sbagliate. Instagram è tutta la mia vita, la mia anima. Mi addormento e mi sveglio (con questo social network ndr) ogni giorno da 5 anni!", dice una ragazza.
Ma non è finita: anche la chiusura di alcuni negozi e dei punti ristoro del McDonald's in Russia, oltre 800, verranno chiusi.
E da qui la decisione assurda di tanti russi di fare scorte di panini e salse della celebre catena di fast food statunitense: alcuni, per guadagnare qualche soldo, visto il defoult imminente dell’economia di Mosca, hanno messo in vendita un Big Mac a 300 euro, e una confezione monodose di maionese a 10 euro.