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"E' la cosa giusta da fare". Edward O'Neill è un ricercatore australiano che lavora all'università di Oxford. Ed è uno dei primi 2 volontari coinvolti nel programma di sperimentazione del vaccino per il coronavirus. "Mi sembra semplicemente la cosa giusta da fare per far sì che possiamo contrastare la malattia e uscirne un po' più rapidamente", dice lo scienziato di Sydney, da 2 anni ricercatore di radiologia oncologica nell'ateneo londinese.
O'Neill, come spiega all'emittente australiana 7news, ovviamente non sa se gli è stato iniettato il vaccino o il placebo. A maggior ragione, non può escludere rischi potenziali per la propria salute. "Ho fiducia" nei collegji scienziati. "Non si può escludere nessun rischio potenziale, ma in queste situazioni bisogna avere fiducia nel fatto che il lavoro venga svolto nel miglior modo possibile e bisogna essere consapevoli che la causa è importante", aggiunge.
"Per me -afferma ancora- d'altra parte è importante capire anche o studio clinico. E' stato istruttivo anche per me". "Ho firmato per partecipare al programma e sono stato il primo. Mi sento bene -le parole di O'Neill in un'intervista all'emittente Sbs-. Potrei aver ricevuto il placebo, non c'è modo di saperlo. In questo momento non posso andare in laboratorio, perché sono io l'esperimento. E' strano pensare che il peso del mondo sia sul mio corpo e, per essere precisi, sulla mia spalla. La mia spalla sinistra...".
O'Neill deve gestire una situazione particolare in famiglia. "Quando l'ho detto a mia moglie, ha pensato che fosse una grande idea. Era un po' frustrata, lei sta allattando e non è un soggetto arruolabile nel programma. C'è sempre nell'aria quel dubbio, 'starai bene?'. Ma alla fine pensa che sia la cosa giusta da fare".