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Un potente terremoto di magnitudo 7.8 ha colpito lunedì la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, abbattendo edifici e innescando una frenetica ricerca di sopravvissuti tra le macerie nelle città e nei paesi di tutta l'area. Una seconda forte scossa, con epicentro a circa 100 chilometri dalla prima, ha colpito la Turchia con magnitudo 7.5.
Il bilancio di morti e feriti è in aumento. Su entrambi i lati del confine, i residenti sono stati svegliati nel sonno prima dell'alba si sono precipitati fuori in una notte invernale fredda, piovosa e nevosa. Gli edifici sono stati rasi al suolo da numerose scosse successive.
E' salito a quasi 2.500 morti il bilancio del sisma che ha colpito la regione al confine tra Turchia e Siria, secondo i dati forniti dalle autorità di Ankara e Damasco. In Turchia i morti sono fino a questo momento 1.541. Nella Siria controllata dal governo i decessi sono 538, altri 390 nella parte di territorio siriano controllato dall'opposizione.
"La Turchia ha accettato l'aiuto del team di ricerca e soccorso italiano dei vigili del fuoco. Alle 14.15 è partita la squadra di ricognizione della nostra Protezione civile. A breve partirà anche quella operativa di soccorso". Lo ha reso noto il ministro degli Esteri Antonio Tajani su Twitter, sottolineando che "l'Italia si contraddistingue sempre per la sua solidarietà".