I 12 ragazzi thailandesi recuperati dalla grotta Tham Luang con il loro allenatore hanno lasciato l'ospedale dove erano ricoverati da otto giorni.

Dopo 18 giorni prigionieri nella grotta di Tham Luang, in Thailandia, i ‘cinghialotti’della squadra di calcio «Wild Boar», sono stati dimessi mercoledì 18 luglio e sono apparsi in buona salute e sorridenti.

“Quando abbiamo visto i soccorsi, abbiamo pensato fosse un miracolo. Per nove giorni abbiamo bevuto solo acqua piovana, avevamo fame e senza cibo il mio cervello non funzionava tanto bene”. Sono state queste le prime parole del quattordicenne Adul Sam-On, rispondendo in lingua inglese durante una conferenza stampa.

Il loro allenatore, Ekkapol Chantawong, ha raccontato di aver provato a scavare una via d'uscita “perché non volevamo stare solo ad aspettare che le autorità ci salvassero”.

“Il primo giorno non abbiamo sentito nessun cambiamento nel nostro corpo, poi abbiamo cominciato ad avvertire qualcosa - ha raccontato un altro dei ragazzi. Cercavamo di non pensare alle cose da mangiare, al riso fritto. Abbiamo potuto bere le goccioline d’acqua che scendevano dalle pareti”.

Hanno detto inoltre di essere tristi e di sentirsi in colpa per la morte del volontario Saman Gunan, l’ex Navy Seal, che ha perso la vita per mancanza di ossigeno nella preparazione dell’operazione di recupero, e quattro di loro hanno dichiarato che il loro sogno sarà quello di diventare Navy Seal in futuro.