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Ieri alle 17:37 il primo ragazzo dei dodici, è riemerso dal buio della grotta di Tham Luang. Ma nessun abbraccio per il giovane centrocampista della squadra, neanche ai genitori è stato permesso questo gesto d'amore a causa del rischio di infezioni troppo alto. Per giorni, infatti, il ragazzo, così come gli altri compagni, è stati al buio nella grotta, in mezzo a fango, con topi e pipistrelli e hanno bevuto l’acqua che scendeva dalle pareti della grotta.
Dieci minuti dopo è arrivato il secondo ragazzino, il terzo dopo due ore e il quarto dieci minuti dopo il terzo. Sono tutti ricoverati e in isolamento, dove dovranno restarci per almeno 24 ore. Ripresi questa mattina alle 7, ora italiana, i soccorsi. In salvo poco fa anche il quinto ragazzo, il primo del gruppo di oggi.
I giovani, infarti, sono divisi in gruppi di quattro, l’ordine di uscita dei ragazzi è stata decisa dal dottore anestesista australiano Richard Harris, voluto dai Navy Seals, la maggior parte volontari, in quanto esperto di immersioni in grotte. Il medico è con i ragazzi nella grotta, e ha dato priorità a chi presentava maggiori problemi causati dall’assenza di cibo, dal buio e dalla mancanza di movimento.
La grotta, lunga 4 chilometri, presenta tunnel sommersi e passaggi stretti, tra cui uno di 38 centimetri, dove per strisciarci dentro devono staccarsi la bombola dell’ossigeno. Ad accompagnare ogni ragazzo ci sono 3 sommozzatori.
Tra gli uomini dei soccorsi, una quarantina thailandese, gli altri 50 provenienti da Europa e Australia, c’era anche l’ex Navy Seals thailandese Saman Gunan, che ha perso la vita due giorni fa, mentre era impegnato nel tragitto di ritorno. Saman lavorava come guardia di sicurezza all’aeroporto di Bankgok, e si era preso le ferie per aiutare a salvare i ragazzi intrappolati.
Gli era stato affidato il compito di distribuire le bombole di ossigeno che servivano sia ai ragazzi che al resto dei soccorritori, nelle varie tappe del percorso. Non è ancora ben chiara la causa del decesso, se durante il percorso abbia finiti l’ossigeno o se la bombola era difettosa.
Con i ragazzi nella grotta c’è ancora il loro allenatore Aek, che ha promesso uscirà per ultimo. Il 25enne, si è scusato con le famiglie per il grave errore di aver portato nella grotta i ragazzi dopo l’allenamento, nonostante i cartelli di divieto di ingresso per pericolo piogge.